
Donald Trump alza il tono e lancia un chiaro avvertimento ad Hamas: “Non tollererò ritardi”. Il messaggio arriva direttamente dal suo social network Truth, dove l’ex presidente e attuale inquilino della Casa Bianca ha commentato la temporanea sospensione dei bombardamenti da parte di Israele, decisa per agevolare il rilascio degli ostaggi e far avanzare i negoziati di pace.
“Apprezzo il fatto che Israele abbia temporaneamente interrotto i bombardamenti per dare la possibilità di completare il rilascio degli ostaggi e l’accordo di pace. Hamas deve agire rapidamente, altrimenti tutto sarà annullato. Non tollererò ritardi, che molti pensano si verificheranno, né qualsiasi risultato che possa far sì che Gaza rappresenti nuovamente una minaccia”, ha scritto Trump.
In un secondo post, Trump ha ribadito la necessità di agire con urgenza: “Facciamolo, rapidamente. Saranno trattati equamente!”, ha aggiunto, lasciando intendere che il piano di pace è ancora vivo, ma appeso a un filo.
Nel frattempo, la Casa Bianca conferma l’impegno diplomatico in corso per garantire l’attuazione dell’accordo. Un portavoce ha riferito al giornalista di Axios, Barak Ravid, che Steve Witkoff e Jared Kushner — figura chiave durante la precedente amministrazione — sono in viaggio verso l’Egitto per finalizzare i dettagli tecnici sul rilascio degli ostaggi e discutere un possibile accordo di pace duraturo.

Sul fronte israeliano, il clima politico resta teso. Il leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha avvertito che non permetterà alle frange dell’estrema destra del governo, rappresentate da Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, di sabotare l’intesa proposta da Trump.
“Non hanno nulla da minacciare. La maggioranza della Knesset e del popolo israeliano sostiene l’accordo di Trump”, ha dichiarato Lapid, invitando a ignorare le provocazioni che potrebbero emergere alla fine dello Shabbat.
Intanto, dal territorio devastato di Gaza, continuano a emergere dati drammatici. Secondo il Centro palestinese per le persone scomparse, migliaia di corpi sono ancora sepolti sotto le macerie, con almeno 9.000 vittime che potrebbero non essere mai recuperate senza un intervento esterno. La Protezione civile di Gaza stima che il numero dei morti ancora senza sepoltura possa arrivare a 15.000.

Anche l’ONU lancia un appello. L’Alto commissario per i diritti umani, Volker Turk, ha chiesto di sfruttare l’attuale slancio verso la pace per porre fine alla guerra:
“Questa è un’opportunità vitale per tutte le parti e gli Stati influenti di agire in buona fede e porre fine, una volta per tutte, alla carneficina a Gaza. È tempo di garantire aiuti umanitari, liberare gli ostaggi e i detenuti palestinesi e riprendere un percorso di ricostruzione”.
Il piano Trump si presenta come una finestra diplomatica fragile ma concreta, in un contesto segnato da diffidenza, instabilità e una crisi umanitaria fuori controllo. Ma il messaggio dell’ex presidente è chiaro: nessun margine per perdere tempo.