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“Si è dimesso”. Terremoto nella politica italiana, l’annuncio è appena arrivato

Pubblicato: 04/10/2025 09:47

La sua permanenza, tuttavia, si è conclusa con una nota amara, o meglio, con un atto di netta rottura politica. A poche settimane dalla fine naturale della legislatura e dalle nuove elezioni, ha deciso di staccare la spina. Non per stanchezza, ma per una questione di principi e coerenza, un addio che suona come una critica implicita all’indirizzo intrapreso dalla maggioranza.

Si è dimesso Nicola Caputo

L’arena politica campana è stata recentemente scossa da una mossa significativa: l’annuncio delle dimissioni di Nicola Caputo dalla sua carica di Assessore regionale all’Agricoltura. L’ufficializzazione è giunta tramite una nota personale dell’ex assessore stesso, nella quale ha dichiarato: “Ho rassegnato le mie dimissioni da Assessore regionale all’Agricoltura della Campania”. Questo passo indietro è avvenuto a poche settimane dalla scadenza naturale della legislatura e dalle imminenti elezioni regionali che determineranno la composizione della prossima giunta quinquennale. Caputo era stato nominato direttamente dal Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, nel lontano 2019, e la sua esperienza istituzionale era già considerevole, vantando due precedenti mandati come consigliere regionale (nel 2005 e nel 2014) oltre ad aver ricoperto il ruolo di europarlamentare (dal 2014 al 2019).

Un elemento chiave nella sua traiettoria politica più recente è stato il cambio di casacca: dopo aver lasciato il Partito Democratico nel 2019, Caputo era entrato a far parte di Italia Viva, il partito fondato e guidato da Matteo Renzi. La decisione di lasciare l’incarico, pur arrivando in prossimità della fine del mandato, è stata accompagnata da motivazioni di natura etica e politica, evidenziando una crescente distanza dai principi che lo avevano spinto ad accettare l’incarico.

Il bilancio di un quinquennio e le motivazioni della continuità

Nel suo comunicato, Nicola Caputo non ha mancato di sottolineare con orgoglio e determinazione i risultati e i traguardi che, a suo avviso, sono stati raggiunti nel corso del suo quinquennio alla guida dell’Assessorato all’Agricoltura. Questa rivendicazione di successi è servita da preambolo per spiegare la tempistica della sua rinuncia.

L’ex assessore ha infatti chiarito che la sua scelta di rimanere in Giunta fino all’ultimo momento utile è stata dettata da una profonda responsabilità istituzionale. “Ho scelto di restare in Giunta fino ad oggi per garantire continuità al lavoro svolto,” ha precisato, rimarcando il rispetto sia “verso le imprese agricole” della regione, un settore vitale per l’economia campana, sia verso l’istituzione Regione che, a suo dire, ha servito con dedizione e responsabilità. Questo periodo di prolungata permanenza, dunque, non è stato interpretato come una riluttanza a dimettersi, ma piuttosto come un atto dovuto per assicurare una transizione ordinata e la piena operatività fino alle battute finali della legislatura.

La rottura politica: un divario di valori e principi

Il cuore delle motivazioni addotte da Caputo per giustificare la sua uscita risiede in una profonda divergenza con l’attuale orientamento della maggioranza di governo regionale. L’ex assessore ha apertamente dichiarato che “le scelte politiche intraprese dall’attuale maggioranza non rispecchiano più i valori che mi avevano spinto a impegnarmi.” Questa frase segna un punto di non ritorno, evidenziando una crisi di coscienza politica che non poteva più essere ignorata.

Per Caputo, la politica non è semplicemente una questione di gestione amministrativa, ma deve essere ancorata a un sistema di principi etici e programmatici condivisi. Ha espresso con chiarezza la sua impossibilità di sostenere un “percorso che sento sempre più lontano dai miei principi,” sottolineando inoltre che non sussistevano più le “condizioni per incidere nella giusta direzione.” Questo passaggio è fondamentale, poiché suggerisce non solo una diversità ideologica, ma anche una perdita di autonomia o di capacità d’azione efficace all’interno della Giunta stessa, elementi che hanno reso insostenibile la sua permanenza.

Coerenza contro convenienza: il congedo finale

Nel suo congedo, Nicola Caputo ha voluto lasciare un messaggio che trascende la singola vicenda personale, ponendo l’accento sul valore della coerenza nella vita pubblica. L’assessore uscente ha affermato di lasciare l’incarico “con la serenità di chi ha dato il massimo, con passione, rigore e trasparenza,” riassumendo così la sua etica del lavoro. La chiosa finale si è concentrata sul suo credo politico: la convinzione che “la politica abbia bisogno di coerenza più che di convenienza“.

Questa frase, particolarmente incisiva, suggerisce una critica sottile – o forse nemmeno troppo – alle dinamiche che spesso caratterizzano la politica, dove la ricerca dell’opportunità o del tornaconto può prevalere sull’aderenza ai propri valori iniziali. In chiusura, ha rivolto i suoi ringraziamenti a diverse figure chiave: il Presidente Vincenzo De Luca per la fiducia accordatagli; i dipendenti del settore Agricoltura, lodati per la loro professionalità e dedizione; e infine, il suo staff, ringraziato per l’impegno, l’attenzione e la lealtà dimostrate quotidianamente. Le dimissioni di Caputo, quindi, non sono state solo un atto formale, ma un forte segnale politico lanciato a pochi giorni dalla fine della legislatura.

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Ultimo Aggiornamento: 04/10/2025 09:54

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