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Israele, negoziatori in partenza per l’Egitto. L’america attacca Bibi: “Adesso basta”

Pubblicato: 05/10/2025 15:53

Israele ha annunciato che una propria squadra di negoziatori partirà in serata per l’Egitto, dove sono previsti nuovi colloqui indiretti con Hamas. L’incontro, fissato per la giornata di lunedì, rappresenta un ulteriore tentativo di rilanciare il dialogo mediato dal Cairo, in un momento di alta tensione e di stallo nelle trattative per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

La portavoce del governo israeliano Shosh Badrosian ha confermato che la delegazione si muoverà entro la serata, spiegando che le discussioni in programma saranno di natura “tecnica”. Si tratterebbe dunque di un passaggio preliminare, necessario per definire i dettagli operativi prima dell’avvio di una nuova fase negoziale più ampia, che coinvolgerà anche mediatori internazionali.

Intanto il segretario di Stato americano Marco Rubio ha detto che Israele deve sospendere i bombardamenti su Gaza per consentire a Hamas di liberare gli ostaggi. “Ritengo che sia chiaro agli israeliani e agli altri attori coinvolti che non è possibile effettuare il rilascio degli ostaggi mentre proseguono gli attacchi – ha spiegato Rubio al talk show della Cbs ‘Face the Nation’ –, perciò le operazioni militari dovranno fermarsi. Non si può avere una guerra in corso nel mezzo”.

Netanyahu: “Senza il rilascio degli ostaggi, il piano non andrà avanti”

Parallelamente alla partenza della delegazione, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito la linea dura del governo nei confronti di Hamas, escludendo qualsiasi avanzamento del piano proposto dal presidente statunitense Donald Trump per un cessate il fuoco, se prima non saranno rilasciati tutti gli ostaggi, vivi o morti.

Finché non verrà rispettato il primo punto, il rilascio di tutti gli ostaggi, finché l’ultimo non sarà riportato in territorio israeliano, non passeremo agli altri punti dell’accordo”, ha dichiarato Netanyahu durante un incontro a Gerusalemme con i membri del Gvura Forum, organizzazione di destra che rappresenta le famiglie dei soldati caduti a Gaza.

Il premier ha aggiunto che, se Hamas non rispetterà i termini fissati da Trump – 72 ore dall’accordo per il rilascio degli ostaggi – Israele tornerà all’offensiva militare nella Striscia, “con il pieno appoggio di tutti i Paesi coinvolti”. Netanyahu ha sottolineato che la pressione della Casa Bianca si è intensificata nelle ultime ore, evidenziando la determinazione del presidente americano: “Trump non esiterà ad aspettare più a lungo del previsto. Questa volta è determinato”.

Il capo del governo israeliano ha inoltre escluso un futuro ruolo politico o amministrativo dell’Autorità Nazionale Palestinese nella gestione di Gaza dopo la guerra. “Nessun rappresentante di Hamas o dell’Autorità Nazionale Palestinese sarà coinvolto nel controllo della Striscia”, ha ribadito, precisando che Israele manterrà il controllo della sicurezza fino a quando non sarà garantita la totale smilitarizzazione dell’area.

Mentre i negoziatori israeliani si preparano a partire per l’Egitto, le dichiarazioni di Netanyahu delineano un quadro ancora incerto e teso, in cui la questione degli ostaggi resta il principale ostacolo alla definizione di un accordo duraturo. I colloqui di lunedì saranno un banco di prova cruciale per comprendere se la diplomazia potrà ancora prevalere sulla forza, o se la regione sarà destinata a una nuova escalation di violenza.

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Ultimo Aggiornamento: 05/10/2025 16:40

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