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Idf, l’annuncio: “Evacuati quasi tutti i palestinesi, la città vuota”

Pubblicato: 05/10/2025 11:13

Quasi deserta, spettrale, ridotta a un ammasso di macerie e silenzio. Le strade che un tempo pullulavano di vita ora sono percorse solo dai mezzi militari e dal rumore dei droni. Gaza City, cuore simbolico e politico della Striscia, si è svuotata quasi del tutto. È quanto emerge dalle nuove stime dell’Idf, secondo cui la città è ormai abbandonata da gran parte della popolazione palestinese.

Lo riporta The Times of Israel, citando fonti militari che parlano di circa 900mila persone evacuate verso il sud della Striscia, su un milione di residenti presenti prima della grande offensiva israeliana.

Il mese scorso, l’esercito aveva ordinato ai civili di lasciare tutte le aree di Gaza City e di dirigersi verso una zona umanitaria designata da Israele. Secondo i dati forniti, il ritmo dell’esodo è aumentato nelle ultime settimane, con l’avanzata delle truppe dell’Idf sempre più vicina al centro urbano.

Il piano Trump: cosa si sta decidendo, davvero, per Gaza

Quello che sta accadendo in queste ore intorno a Gaza si intreccia con il piano di pace promosso da Donald Trump, che nelle ultime settimane ha assunto un ruolo da protagonista nelle trattative per fermare la guerra. L’ex presidente americano, tornato alla Casa Bianca con l’obiettivo dichiarato di “chiudere il conflitto entro l’anno”, ha imposto una roadmap in tre fasi che prevede un cessate il fuoco immediato, lo scambio graduale di ostaggi e prigionieri e, infine, il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia.

Il piano, sostenuto anche da Jared Kushner e Tony Blair, punta a creare una forza internazionale di stabilizzazione a guida Usa, con il coinvolgimento di Paesi arabi moderati e dell’Unione Europea. Trump ha promesso che “nessuna delle due parti sarà lasciata senza garanzie”, ma pretende che Israele rispetti i tempi di ritiro e che Hamas accetti di consegnare gli ostaggi entro pochi giorni. I negoziati, che si apriranno ufficialmente a Sharm el Sheik, vedranno al tavolo delegazioni di Israele, Hamas, Egitto, Qatar e Stati Uniti.

Secondo fonti diplomatiche, l’obiettivo è annunciare entro la settimana un accordo per la tregua e avviare la fase di transizione politica: una Gaza demilitarizzata ma con un’amministrazione locale sostenuta da Paesi arabi e sotto supervisione Onu. Un piano ambizioso che, se dovesse fallire, rischia di far ripiombare la regione in una nuova spirale di violenza.

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