
Una valigia in mano, i sogni ancora intatti e il cuore pieno di speranza. Così Big Mama, oggi uno dei volti emergenti della scena musicale italiana, si era trasferita a Milano nel 2020, a soli 19 anni, con l’ambizione di firmare il suo primo contratto discografico. Ma il destino aveva in serbo per lei un’altra prova: la diagnosi di un linfoma di Hodgkin, un tumore maligno del sangue, arrivata come una frustata nel momento in cui tutto sembrava finalmente cominciare.
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Ospite del podcast One More Time condotto da Luca Casadei, l’artista ha raccontato per la prima volta nel dettaglio la sua lotta contro il cancro, un percorso doloroso che ha attraversato in silenzio, senza condividerlo pubblicamente, ma che oggi ha scelto di rivelare per testimoniare la forza che può nascere anche nei momenti più bui.
I primi sintomi ignorati: “Mi dicevano che ero intollerante all’alcol”
Il calvario medico di Big Mama inizia un anno prima della diagnosi. I linfonodi gonfi al collo e un dolore acuto ogni volta che beveva alcolici erano i segnali di qualcosa che non andava. Eppure, racconta, nessuno sembrava cogliere la gravità della situazione. “I dentisti dicevano che erano problemi ai denti, altri medici parlavano di intolleranza all’alcol. Al pronto soccorso, mi consigliarono addirittura una dieta”.
Dopo la fine della quarantena per il Covid, nel 2020, i sintomi peggiorano: dolori al petto, attacchi di panico e un malessere crescente la convincono a tornare nella sua città natale, Avellino, dove finalmente si sottopone ad accertamenti più approfonditi.

La diagnosi sconvolgente: “Avevo la parte alta del corpo completamente piena”
Il giorno della risonanza magnetica rimane impresso nella memoria dell’artista: “Ero in auto con i miei genitori, si passavano il telefono e non volevano che leggessi il messaggio. Ma poi ho visto: per l’ematologo era un linfoma. Ho iniziato a piangere, ero solo una ragazzina di 20 anni davanti a una malattia così grande”.
Pochi giorni dopo, la conferma arriva dalla biopsia: si tratta di linfoma di Hodgkin. “Un cancro maligno al sangue”, racconta Big Mama. La sua reazione? “Un po’ mi è crollato il mondo addosso. Dovevo firmare il contratto discografico, avevo i capelli lunghi che avrei perso. Ma il mio manager è stato un grande: mi ha detto ‘Facciamo lo shooting, firmiamo e poi inizi le chemio’”.
Tra le cure e il sogno della musica: “Volevo registrare, non morire”
La vita di Big Mama cambia radicalmente. Dopo aver firmato il contratto discografico con la cicatrice della biopsia ancora fresca, torna ad Avellino per iniziare un lungo ciclo di chemioterapia: sei cicli, dodici sedute in totale.
Durante quei mesi, ha scelto di non rendere pubblica la malattia. “Su Instagram nessuno sapeva nulla. Mettevo la parrucca, facevo finta. Non volevo essere Big Mama, quella col cancro. Volevo essere riconosciuta per la mia musica, non per la malattia”.
Nonostante il dolore fisico, non ha mai pensato alla morte: “Non ho mai avuto paura di morire. Nel mio cervello c’era solo una cosa: finire le chemio per tornare a registrare le canzoni a Milano”.

La malattia che cambia tutto: “Mi ha dato un rapporto nuovo con i miei genitori”
Il cancro, racconta Big Mama, ha cambiato anche il rapporto con la sua famiglia. “È stato un periodo durissimo, ma è anche servito. Ho fatto pace con i miei genitori, che prima erano molto lontani da me. Abbiamo vissuto qualcosa di grande, che oggi si è tradotto in un rapporto bellissimo”.
Nel corso dell’intervista, la cantante ha anche ricordato che la nonna, a cui era molto legata, è morta per un tumore al sangue, lo stesso tipo che ha colpito lei. Una ferita familiare che si è aperta ancora una volta, ma che ha saputo trasformare in forza.
La musica come terapia: “Non era malata, io potevo ancora farla”
Durante tutto il periodo delle cure, il sostegno del manager è stato fondamentale. “Mi teneva occupata, mi ricordava che la musica non era malata, io potevo continuare a farla. Anche solo scrivere mi faceva bene, era il mio modo di combattere”.
Quella vocazione artistica, coltivata sin da piccola, è diventata la sua ancora. “È grazie alla musica se oggi sono viva. Avevo un obiettivo, un desiderio forte di farcela. E questo mi ha spinto a non mollare mai”.
Una testimonianza che parla a tutti: “Non volevo pietà, volevo rispetto”
Big Mama ha scelto di parlare solo ora della sua malattia perché, come spiega, non voleva essere associata alla sofferenza. “La mia arte vale di più della mia sofferenza. Non volevo che mi guardassero con compassione. Volevo rispetto, non pietà”.
Il suo racconto è un messaggio potente, rivolto a chi combatte in silenzio, a chi ha paura, a chi pensa di non farcela. “La malattia ti toglie tanto, ma se sopravvivi ti dà anche la possibilità di vedere tutto in modo diverso. Oggi ho un rapporto con la vita più pieno, più consapevole. E sono pronta a cantare ogni parte della mia storia”.