
L’Italia di Gattuso sta provando a ricostruire identità e gioco dopo mesi di confusione tecnica e risultati incerti. Il nuovo commissario tecnico ha riportato entusiasmo e disciplina, anche se la strada verso il Mondiale resta lunga. Intanto le polemiche proseguono: c’è chi chiede che gli azzurri non scendano in campo contro Israele per protesta contro quanto accade a Gaza.
L’appello al buon senso di Fabio Capello
Ma dal mondo del calcio arrivano inviti alla calma e al buon senso. “Lo sport deve unire e non dividere”, è la linea tracciata da molti, fra cui un nome di peso come Fabio Capello.
L’ex tecnico di Juventus e Milan, intervenuto a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, è stato chiaro: “Sì, si deve giocare, lasciamo la politica da parte. Lo sport deve unire e non dividere”. Una presa di posizione netta, che riporta il discorso sul campo proprio nei giorni in cui l’Italia sta provando a rialzarsi dopo anni di cocenti delusioni.
“Gattuso ha avuto coraggio, non come chi ha mollato”
Capello ha poi speso parole di sostegno per il nuovo commissario tecnico, Gennaro Gattuso, che ha ereditato una panchina complicata e una squadra da ricostruire: “Abbiamo visto un’Italia agonisticamente valida, che si è impegnata su ogni pallone, con cuore e anima. Questo è già un passo avanti”.

Il tecnico friulano ha riconosciuto che qualcosa ancora manca: “Serve più qualità e velocità nel gioco, ma in queste partite alla portata vedremo quanti miglioramenti ci saranno”. E sul carattere di Gattuso non ha dubbi: “Si è preso una bella patata bollente con molto coraggio, non come quelli che hanno lasciato la panchina a metà percorso”.
Fra politica e sport, l’Italia cerca di ripartire
Parole dure ma sincere da parte di un uomo di sport che, pur comprendendo i conflitti e le motivazioni di chi chiede segnali inequivocabili di protesta nei confronti di Israele per la tragedia di Gaza, chiede che sport e politica rimangano due campi distinti.
Nello stesso tempo, le sue dichiarazioni raccontano la fiducia di Capello in un’Italia finalmente combattiva, che con il tempo potrebbe raggiungere il suo pieno potenziale. Sullo sfondo, le tensioni di un contesto politico difficile, ma per l’ex allenatore non ci sono dubbi: il calcio deve restare un terreno di unità e non di divisione.