
La rielezione trionfale di Roberto Occhiuto a presidente della Regione Calabria, avvenuta a seguito dell’ultima tornata elettorale, rappresenta un netto e inequivocabile verdetto dell’elettorato calabrese. Questa vittoria non è solo la conferma di un mandato, ma una schiacciante affermazione del centrodestra nella regione. Il risultato elettorale consolida la sua leadership in un momento particolarmente delicato. Occhiuto vince con il 57%, mentre l’avversario, Tridico, si ferma al 42%. Per quanto riguarda i partiti, Forza Italia prende addirittura il 19,3%, mentre Fratelli d’Italia si attesta sopra il 10%. Il Partito Democratico si ferma al 14%.
La vittoria si carica di un significato politico ancora più profondo, poiché arriva dopo un periodo di forte tensione e dibattito legato alle inchieste giudiziarie che hanno preceduto il voto, e che hanno portato il presidente a dimettersi per potersi ricandidare. Le sue prime dichiarazioni pubbliche, rilasciate subito dopo il chiaro esito delle urne, offrono una panoramica lucida e programmatica sui suoi obiettivi futuri, toccando i temi della gratitudine, della cooperazione istituzionale e della difesa della democrazia contro la strumentalizzazione delle vie giudiziarie.
Il solido sostegno del popolo calabrese e l’orgoglio personale
Roberto Occhiuto, con la forza del consenso rinnovato, ha immediatamente voluto ringraziare i cittadini calabresi, riconoscendo in loro la fonte della sua legittimazione politica. L’orgoglio espresso per il risultato non è semplice compiacimento, ma la consapevolezza di aver ottenuto una risposta massiccia e incoraggiante da parte di una regione che ha scelto la continuità amministrativa e la sua visione politica. Il rieletto presidente ha manifestato l’aspettativa che il risultato definitivo delle consultazioni si riveli “ancora maggiore” rispetto alla precedente elezione, un’ipotesi che, se confermata dai numeri, evidenzierebbe un consolidamento della sua base elettorale e una chiara approvazione della sua gestione della Regione. Questo plebiscito implicito conferisce a Occhiuto un mandato robusto, essenziale per affrontare le complesse problematiche strutturali della Calabria. La sua vittoria, peraltro, ha confermato il ruolo centrale del suo partito e della coalizione di centrodestra nell’assetto politico regionale.
Apertura al dialogo e appello alla pacificazione regionale
Un gesto di alto profilo istituzionale e un chiaro segno di distensione è giunto con il ringraziamento rivolto a Pasquale Tridico – probabile sfidante del centrosinistra – per le congratulazioni ricevute. Occhiuto ha immediatamente colto l’occasione per trasformare questo scambio di cortesie in una proposta concreta di collaborazione. “Ho chiesto anche a lui di collaborare con me, in qualsiasi ruolo decida di farlo,” ha dichiarato, lanciando un messaggio di inclusività e di superamento delle logiche di scontro post-elettorale.
Questa apertura al dialogo è stata motivata dall’esplicita volontà di “pacificare questa Regione dopo una campagna elettorale anche violenta”. Il presidente rieletto ha riconosciuto l’asprezza e, a tratti, l’eccessiva conflittualità che hanno caratterizzato la contesa, sottolineando l’urgenza di abbassare i toni e di ricomporre il tessuto politico e sociale. L’invito a Tridico e, implicitamente, all’intera opposizione, a un impegno comune, evidenzia la necessità di concentrare le energie politiche e amministrative sui veri problemi della Calabria, lasciando da parte le ferite della campagna elettorale in nome di una governabilità efficace e di un interesse superiore per la comunità regionale.
La difesa dello stato di diritto e la critica alla strumentalizzazione giudiziaria
La parte forse più incisiva del discorso di Occhiuto ha riguardato la sua posizione in merito al caso giudiziario che lo ha coinvolto. Avendo già presentato le dimissioni per ricandidarsi in seguito a un avviso di garanzia, il presidente ha voluto ribadire con forza un principio fondamentale dello stato di diritto: “In un Paese civile nessuno si dimette per un avviso di garanzia”. Questa è una chiara presa di posizione contro quella che viene percepita come una pressione morale e politica eccessiva esercitata dalle indagini sulla classe dirigente, sottolineando il principio della presunzione di innocenza.
Occhiuto ha espresso il timore che il suo precedente gesto – le dimissioni, annunciate in un contesto di indagine per corruzione – potesse essere “male interpretato”. La sua preoccupazione principale è che le indagini giudiziarie possano essere “strumentalizzate per sconfiggere con questa via chi non sarebbe stato sconfitto” attraverso il regolare processo democratico. L’obiettivo, ha chiosato Occhiuto, era quello di “impedire questo”, ovvero di evitare che la battaglia politica si spostasse interamente nelle aule dei tribunali o nel dibattito etico, bypassando il volere popolare espresso col voto. La rielezione, in questo senso, diventa un voto di fiducia non solo politico, ma anche un atto di resistenza democratica contro l’uso pretestuoso della giustizia come strumento di lotta politica. Il presidente ha così riaffermato la sua determinazione a governare, forte di una legittimità popolare rinvigorita e pronto a difendere il suo operato in tutte le sedi, sia politiche che giudiziarie.