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Gaza o non Gaza Catanzaro è mondo differente

Pubblicato: 06/10/2025 16:36

Alla fine gestire le elezioni territoriali, in questo caso calabresi, con temi politici, per giunta internazionali, non serve a niente. E anche la scelta dell’amministratore, che non ha esperienza sul territorio, con una persona pur autorevole come l’ex presidente INPS Pasquale Tridico, non è stata una scelta ponderata.

Il paese è dei paesani ed i candidati ed i temi calati dall’altro non scaldano l’elettorato che potremmo definire residuale vista l’affluenza. Ed anche promettere, in una regione ad alto tasso di povertà, in reddito di cittadinanza regionale è sembrata agli elettori calabresi velleitaria. I 20 punti e passa di distacco danno ragione alla mossa, che poteva sembrare spericolata, di andare anticipatamente al voto di Roberto Occhiuto che rimane indagato per corruzione. Ormai dopo oltre trent’anni da Tangentopoli, l’essere indagato non è più un tabù, vedi il successo del centrodestra in Liguria. Anche lì il candidato del centrosinistra, l’ex ministro della giustizia, in una forma demiurgica rispetto all’indagine che aveva colpito il presidente Toti, fu calato dall’alto.

Tutto questo fa capire il continuum autolesionista del cosiddetto campo largo, nell’analisi politico sociale dei territori italiani, che sono sempre uno diverso dagli  altri, è non si possono omologare a temi, spesso cangianti e momentanei, di derivazione nazionale e scelti anche con difficoltà per non scontentare i partecipanti di quel campo. Se in un territorio idoneo alla coltivazione degli ulivi tenti di piantare riso non potrai mai raccogliere granché. Ma per l’attuale campo largo è più importante movimentare le piazze sui temi unitivi che movimentare gli elettori. Tra l’altro chi va in piazza non è detto che vada a votare, e soprattutto che voti centrosinistra. Occhiuto non solo era conosciuto,  ma lo era in qualità di amministratore, addirittura familiarmente, cosa che al Sud conta ancora tanto dal punto di vista fiduciario.

La democrazia delle piazze è una democrazia di opinione, come il popolo del web, ma moltissimi di costoro non hanno alcuna fiducia nelle assemblee rappresentative in cui si esprime la politica. Se ci si ricorda delle Sardine, tra cui la calabrese Jasmine Cristallo, erano dei movimenti di piazza ma che si sono estinte per carenza di interesse verso l’offerta politica attuale. Alle attuali reti elettorali sfugge, per larghezza delle maglie, la maggior parte delle “sardine” movimentiste. O il centrosinistra cambia le reti o cambia elettori, meno sarde e più tonnetti. Magari moderati.

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