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“Occhio a questi shampoo e deodoranti”. Maxi sequestro, tutti contraffatti: come riconoscerli. Attenzione

Pubblicato: 06/10/2025 13:07

Un’operazione di controllo di routine si è trasformata in una delle più imponenti azioni di contrasto alla contraffazione degli ultimi mesi. Le autorità hanno intercettato un carico sospetto che, a prima vista, sembrava contenere comuni prodotti per l’igiene personale, ma dietro quelle confezioni si nascondeva un inganno ben orchestrato. L’attenzione e la precisione dei controlli doganali hanno permesso di svelare un traffico illecito che avrebbe potuto inondare il mercato europeo di articoli falsificati e potenzialmente pericolosi per i consumatori.

Le indagini hanno mostrato come la contraffazione non sia un fenomeno isolato, ma parte di un sistema criminale più vasto che sfrutta rotte internazionali per introdurre nel commercio legale prodotti di dubbia provenienza. Dietro a questi traffici si celano reti che, oltre a danneggiare l’economia e i marchi originali, minano anche la sicurezza sanitaria dei cittadini. L’episodio dimostra quanto sia fondamentale il lavoro di prevenzione e controllo nei principali snodi commerciali del Paese.

Maxisequestro al porto di Trieste

È nel porto di Trieste che la Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha effettuato il sequestro di 900mila confezioni contraffatte di shampoo e deodoranti. L’operazione è scattata durante una regolare analisi di rischio condotta dai reparti specializzati che, ogni settimana, ispezionano circa 16mila containerprovenienti da paesi extra UE. La merce irregolare era suddivisa in due container provenienti dal porto turco di Mersin, destinati a una società austriaca con sede a Neudorf.
Nel primo container gli agenti hanno scoperto migliaia di confezioni di shampoo con etichette anonime e dati generici, mentre nel secondo erano nascoste 600mila etichette contraffatte di una nota marca pronte per essere applicate sui flaconi, rendendo così la merce falsa indistinguibile da quella autentica. Non solo shampoo: all’interno sono state trovate anche 147mila confezioni di deodoranti contraffatti, già pronte per la vendita.

Un giro d’affari da oltre un milione di euro

Le confezioni sequestrate sono state sottoposte a perizia tecnica con il supporto delle aziende titolari dei marchi, che ne hanno confermato l’autenticità alterata. Secondo le prime stime, il valore dei prodotti immessi sul mercato avrebbe superato il milione di euro.
Le indagini della Procura di Trieste proseguono ora su scala europea per individuare i destinatari e i canali di distribuzione della merce. La Guardia di Finanza ha sottolineato che la contraffazione dei prodotti è solo “l’ultimo tassello di una catena di illeciti” che comprende evasione fiscale, lavoro nero e riciclaggio di denaro, fenomeni che alimentano la criminalità organizzata. L’obiettivo resta quello di proteggere il mercato e i consumatori da articoli potenzialmente dannosi per la salute e la sicurezza pubblica.

Un’operazione di controllo di routine si è trasformata in una delle più imponenti azioni di contrasto alla contraffazione degli ultimi mesi. Le autorità hanno intercettato un carico sospetto che, a prima vista, sembrava contenere comuni prodotti per l’igiene personale, ma dietro quelle confezioni si nascondeva un inganno ben orchestrato. L’attenzione e la precisione dei controlli doganali hanno permesso di svelare un traffico illecito che avrebbe potuto inondare il mercato europeo di articoli falsificati e potenzialmente pericolosi per i consumatori.
Le indagini hanno mostrato come la contraffazione non sia un fenomeno isolato, ma parte di un sistema criminale più vasto che sfrutta rotte internazionali per introdurre nel commercio legale prodotti di dubbia provenienza. Dietro a questi traffici si celano reti che, oltre a danneggiare l’economia e i marchi originali, minano anche la sicurezza sanitaria dei cittadini. L’episodio dimostra quanto sia fondamentale il lavoro di prevenzione e controllo nei principali snodi commerciali del Paese.

Maxisequestro al porto di Trieste

È nel porto di Trieste che la Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha effettuato il sequestro di 900mila confezioni contraffatte di shampoo e deodoranti. L’operazione è scattata durante una regolare analisi di rischio condotta dai reparti specializzati che, ogni settimana, ispezionano circa 16mila containerprovenienti da paesi extra UE. La merce irregolare era suddivisa in due container provenienti dal porto turco di Mersin, destinati a una società austriaca con sede a Neudorf.
Nel primo container gli agenti hanno scoperto migliaia di confezioni di shampoo con etichette anonime e dati generici, mentre nel secondo erano nascoste 600mila etichette contraffatte di una nota marca pronte per essere applicate sui flaconi, rendendo così la merce falsa indistinguibile da quella autentica. Non solo shampoo: all’interno sono state trovate anche 147mila confezioni di deodoranti contraffatti, già pronte per la vendita.

Un giro d’affari da oltre un milione di euro

Le confezioni sequestrate sono state sottoposte a perizia tecnica con il supporto delle aziende titolari dei marchi, che ne hanno confermato l’autenticità alterata. Secondo le prime stime, il valore dei prodotti immessi sul mercato avrebbe superato il milione di euro.
Le indagini della Procura di Trieste proseguono ora su scala europea per individuare i destinatari e i canali di distribuzione della merce. La Guardia di Finanza ha sottolineato che la contraffazione dei prodotti è solo “l’ultimo tassello di una catena di illeciti” che comprende evasione fiscale, lavoro nero e riciclaggio di denaro, fenomeni che alimentano la criminalità organizzata. L’obiettivo resta quello di proteggere il mercato e i consumatori da articoli potenzialmente dannosi per la salute e la sicurezza pubblica.

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