
Una scoperta drammatica ha riportato alla luce una vicenda che per mesi aveva lasciato un’intera comunità con il fiato sospeso. Un ritrovamento casuale ha infatti permesso di dare un nome ai resti umani rinvenuti in un’area boschiva, chiudendo una lunga e dolorosa attesa per la famiglia che da tempo ne aveva denunciato la scomparsa. L’identità del giovane, scomparso mesi prima, è stata confermata grazie a indagini accurate condotte dalle autorità e alle verifiche dei parenti, che speravano ancora in un epilogo diverso.
La notizia ha suscitato grande commozione tra chi lo conosceva. Amici, compagni di studio e vicini di casa hanno ricordato la sua gentilezza e la sua riservatezza, caratteristiche che lo rendevano molto amato ma anche difficile da comprendere nei momenti di difficoltà. Ora, mentre la magistratura si prepara a chiarire le cause della morte, resta il dolore per una vita spezzata troppo presto e la consapevolezza di un disagio che forse era passato inosservato.

Il ritrovamento nel bosco di Bottanuco
Sono stati identificati i resti trovati sabato in un’area boschiva di Bottanuco: appartengono a Wishwa Bandara Jayasuriya Mudianaselage, 24 anni, residente con i genitori e i fratelli a Grezzago, in provincia di Milano. Il giovane era scomparso il 29 aprile, giorno in cui avrebbe dovuto recarsi prima all’università e poi al lavoro, ma da allora nessuno lo aveva più visto.
Le indagini hanno successivamente rivelato che Wishwa stava attraversando un periodo complicato: aveva problemi con gli studi ed era molto più indietro con gli esami di quanto avesse confidato ai suoi familiari. Dopo la scomparsa, i genitori si erano rivolti alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, lanciando diversi appelli pubblici nella speranza di ricevere notizie.

I mesi trascorsi nel bosco
Le telecamere di un bar di Bottanuco, il 2 maggio, avevano ripreso il ragazzo, ma da quel momento si erano perse del tutto le sue tracce. Gli accertamenti condotti nella zona delle Cave, dove un cacciatore ha rinvenuto i resti sabato scorso, hanno permesso di scoprire che Wishwa viveva in quel bosco, dove si era creato un giaciglio di fortuna. Non è ancora chiaro in quali condizioni abbia vissuto né cosa abbia provocato la morte, ma secondo le prime stime il decesso risalirebbe a diversi mesi fa.
La presenza di numerosi animali selvatici nella zona ha reso il recupero e il riconoscimento del corpo particolarmente complessi, poiché del giovane rimaneva ormai solo lo scheletro. Domani verrà conferito l’incarico per l’autopsia, che dovrà stabilire — per quanto possibile — se si sia trattato di un decesso naturale o di un suicidio.