
Tensioni e scontri si sono registrati a Bologna e Torino durante le manifestazioni non autorizzate indette da gruppi antagonisti e attivisti pro-Palestina in occasione dell’anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Nelle due città, le forze dell’ordine sono intervenute in assetto antisommossa per contenere i cortei, considerati a rischio per l’ordine pubblico.
A Bologna, il presidio era stato annunciato per le 18 in piazza Maggiore e piazza del Nettuno, aree particolarmente sensibili e sotto stretto controllo. La manifestazione, non autorizzata, è stata monitorata da un imponente dispiegamento di forze dell’ordine, con blindati e unità in assetto antisommossa.
Le tensioni sono esplose quando i manifestanti hanno tentato di trasformare il presidio in un corteo, cercando di forzare i cordoni della polizia per muoversi in direzione di via Rizzoli. A quel punto, gli agenti hanno risposto con l’uso degli idranti per disperdere i partecipanti e bloccare l’avanzata.
Nonostante il tentativo di contenimento, il corteo si è comunque messo in movimento, dirigendosi prima verso via Rizzoli e poi lungo strada Maggiore. Alcuni momenti di tensione si sono verificati anche durante il passaggio dei manifestanti, ma non si registrano al momento feriti o fermi.

Un altro corteo non autorizzato si è svolto in contemporanea a Torino, dove centinaia di persone si sono radunate in piazza Castello. In testa al corteo uno striscione con la scritta: “Il genocidio non è finito, siamo resistenza, continuiamo a bloccare tutto”. L’iniziativa è stata promossa dal Coordinamento Torino per Gaza, che ha scelto di sfidare esplicitamente il divieto imposto dalla Questura.
Diversamente dalle precedenti manifestazioni, non era presente il consueto furgone con impianto audio: questa volta la diffusione sonora è stata affidata a un carretto trainato da una bicicletta. Dal microfono, gli attivisti hanno attaccato apertamente le istituzioni: “Non ci facciamo intimidire dai questori e dai ministri. Siamo in piazza per rivendicare senza se e senza ma la resistenza palestinese”.
Secondo quanto affermato dagli organizzatori, la manifestazione è anche una risposta ai divieti delle autorità e al tentativo, da loro denunciato, di chiudere lo spazio di mobilitazione aperto con lo sciopero per Gaza delle scorse settimane. “Ogni violenza di Israele da 70 anni è rimasta impunita”, hanno dichiarato gli organizzatori durante gli interventi dal corteo.

Il corteo si è diretto verso Torino Nord, muovendosi lungo via XX Settembre e corso Regina Margherita, senza autorizzazione formale. In una nota, la Questura di Torino ha confermato che nessuna manifestazione, né statica né dinamica, era stata concessa e ha annunciato che i responsabili delle violazioni saranno denunciati all’autorità giudiziaria.
Sono circa un migliaio i manifestanti che – dopo i disordini tra Piazza Maggiore e Piazza del Nettuno con tanto di cariche della Polizia – hanno sfilato lungo Via Rizzoli, poi Strada Maggiore per muoversi verso i viali e ora, svoltato in piazza Aldrovandi in direzione piazza Verdi, cuore della cittadella universitaria. Il corteo è seguito dai mezzi della Polizia e dagli idranti: per rallentare la loro marcia vengono messi in strada bidoni. È di un manifestante fermato dalla Polizia e accompagnato in Questura per accertamenti il bilancio, sul fronte dell’ordine pubblico, del raduno promosso dai Giovani Palestinesi a Bologna per «celebrare» il 7 ottobre. A quanto si è appreso, la persona è stata fermata durante il tentativo dei manifestanti di partire in corteo da Piazza del Nettuno imboccando Piazza Re Enzo dove si trovava uno sbarramento delle forze di Polizia. Altri tentativi di intraprendere un corteo – considerato manifestazione non autorizzata – sono stati scoraggiati dallo schieramento delle forze dell’ordine nella zona e dall’utilizzo degli idranti con i partecipanti al raduno spinti verso via Rizzoli, in direzione della zona universitaria, sino a Piazza Verdi.