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Femminicidio Cinzia Pinna, notizia shock dal carcere: il suo assassino trasferito in ospedale

Pubblicato: 07/10/2025 10:49
Cinzia Pinna carcere assassino

Nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 ottobre, un evento ha scosso ulteriormente il già drammatico caso dell’omicidio di Cinzia Pinna: il suo assassino reo confesso, Emanuele Ragnedda, è stato trasferito d’urgenza dal carcere di Bancali, a Sassari, a una struttura ospedaliera. La notizia, pur non avendo ricevuto conferme ufficiali immediate, suggerisce un quadro di profonda crisi per l’uomo, detenuto per aver brutalmente ucciso la giovane di Castelsardo.
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Tensione nel carcere di Bancali: sospetto tentato suicidio per l’imprenditore del vino

Le indiscrezioni trapelate dalla casa circondariale di Bancali indicano che il trasferimento di Emanuele Ragnedda, un imprenditore del vino 41enne originario di Arzachena, sarebbe avvenuto in seguito a gesti autolesionisti e, forse, a un vero e proprio tentativo di suicidio. Nonostante il riserbo delle autorità carcerarie, la gravità dell’accaduto ha richiesto il pronto intervento medico. L’uomo, che ha ammesso di aver commesso il delitto nel casolare della sua tenuta Concaentosa, situata tra Palau e Arzachena, si trova tuttora piantonato nell’ospedale sassarese, dove è sottoposto alle cure necessarie. Questo episodio aggiunge un ulteriore, inquietante capitolo alla vicenda che ha sconvolto l’intera Gallura e l’opinione pubblica nazionale.

Il legale in visita: Luca Montella cerca un contatto con il suo assistito

Il difensore di Emanuele Ragnedda, l’avvocato Luca Montella, che aveva in programma un incontro con il suo assistito proprio nella giornata odierna presso il carcere di Bancali, non ha potuto fornire dettagli certi sull’accaduto. Tuttavia, l’avvocato ha confermato che si recherà immediatamente presso la struttura sanitaria di Sassari nel tentativo di incontrare l’uomo e comprendere appieno la dinamica dei fatti che hanno portato al ricovero. La posizione legale di Ragnedda si aggrava sotto il peso non solo della sua confessione, ma anche del dramma personale che sembra stia vivendo in detenzione.

Le indagini proseguono: la notte del delitto e il tentativo di occultamento del cadavere

Parallelamente all’evolversi della situazione carceraria di Ragnedda, le indagini sul brutale omicidio di Cinzia Pinna, 33 anni, non si fermano. Gli investigatori continuano a lavorare per ricostruire minuziosamente ogni dettaglio della notte tra l’11 e il 12 settembre scorso. È in quel lasso di tempo, a Palau, che si sono perse le tracce della giovane donna, vista per l’ultima volta salire in auto fuori da un locale in compagnia proprio di quello che si sarebbe poi rivelato il suo assassino. Le ricerche di Cinzia Pinna sono state incessanti, protraendosi per dodici giorni, fino alla confessione dell’imprenditore e al macabro ritrovamento del cadavere all’interno della vasta tenuta di sua proprietà, Concaentosa.

Nuovi elementi stanno emergendo sull’intento di Ragnedda dopo l’omicidio. Sembra che l’uomo avesse pianificato di occultare il corpo di Cinzia Pinna gettandolo in mare. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, vi è l’intenzione di disfarsi del cadavere dalla suggestiva scogliera di Capo Ferro, nell’esclusiva località di Porto Cervo. Questi dettagli investigativi mirano a delineare la premeditazione o le fasi concitate successive al delitto.

I Ris a Concaentosa: nuovi sopralluoghi previsti

Per fare piena luce sulla scena del crimine, gli specialisti del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Cagliari hanno in programma ulteriori e approfonditi rilievi all’interno del casolare della tenuta Concaentosa. Le giornate di mercoledì e giovedì saranno cruciali per raccogliere ogni possibile traccia e elemento probatorio all’interno del luogo dove si è consumato l’efferato delitto. La scena del crimine è fondamentale per stabilire la dinamica esatta dell’aggressione e le modalità con cui è stata uccisa Cinzia Pinna. L’attenzione mediatica e giudiziaria resta altissima su questo caso di cronaca nera che ha messo in luce un lato oscuro e violento in un contesto altrimenti noto per il suo sfarzo e la sua bellezza.

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