
Il vicepremier Matteo Salvini lancia un appello forte contro i ripetuti episodi di intolleranza registrati negli ultimi giorni, che — secondo il leader leghista — coinvolgono studenti, docenti, turisti e cittadini di religione ebraica e richiamano i momenti più cupi del Novecento. Intervistato dal Corriere della Sera, Salvini ha definito necessarie misure più incisive per frenare quella che ha chiamato un’onda di odio, compresa l’ipotesi di inasprire le norme penali per chi si rende protagonista di violenze o di atti estremi.
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Nel suo intervento il vicepresidente del Consiglio ha distinto con nettezza tra il legittimo impegno giovanile e la degenerazione nelle azioni violente. Ha invitato i giovani a non lasciarsi manipolare da chi strumentalizza le piazze, ammonendo che pratiche come il blocco di treni o autostrade configurano reati che possono comportare conseguenze penali rilevanti. Salvini ha anche denunciato una parte della sinistra, che a suo dire minimizzerebbe o giustificherebbe episodi di violenza, esortando al rispetto delle regole democratiche.

Sciopero, sanzioni e responsabilità sindacali
Sul tema del diritto di sciopero, il vicepremier ha ribadito la volontà di tutelarlo come principio, ma ha sottolineato la necessità di ridefinirne tempi, modalità e sanzioni per evitare che le mobilitazioni si trasformino in penalizzazioni collettive per i cittadini. Salvini ha spiegato di aver scelto di non procedere con misure di precettazione durante lo sciopero della scorsa settimana — nonostante il giudizio negativo del garante sulla proclamazione — per non alimentare ulteriori tensioni. Il bilancio, ha osservato, è stato però problematico: adesioni contenute ma disagi estesi per milioni di persone e danni economici importanti.
La critica si è concentrata anche sul segretario della Cgil, ritenuto dal vicepremier responsabile di aver politicizzato la protesta e di aver usato i lavoratori per fini che vanno al di là della rivendicazione sindacale. «Chi provoca danni deve rispondere», è il principio che Salvini ha voluto ribadire, annunciando un’azione futura improntata alla linea del “chi rompe paga” e del rispetto delle norme.

Richiamo alla memoria storica e tutela della convivenza
Nel suo ragionamento, Salvini ha fatto più volte riferimento alla lezione storica del secolo scorso, consonando con la preoccupazione per il ritorno di comportamenti discriminatori. Per il vicepremier, la protezione delle comunità e la salvaguardia dell’ordine pubblico passano anche attraverso interventi legislativi che possano scoraggiare la ripetizione di atti di odio e violenza.
L’appello finale è rivolto tanto alle forze politiche quanto ai cittadini: occorre respingere ogni forma di emarginazione e tutelare il diritto di manifestare senza trasformarlo in strumento di danno collettivo. Sul piano pratico, la dichiarazione anticipa una linea governativa che mira a coniugare il rispetto delle libertà democratiche con misure dettate dalla responsabilità e dalla sicurezza pubblica.