
Amy Louise Leonard, una giovane di 20 anni, è morta a Bolton, nel Regno Unito, dopo aver avuto un malore causato dall’abuso di protossido di azoto, conosciuto anche come gas esilarante. Il gas, usato comunemente come propellente nelle bombolette di panna montata, può generare euforia temporanea ma, se assunto in grandi quantità, provoca gravi conseguenze neurologiche e fisiche, tra cui carenza di vitamina B12, intorpidimento agli arti e rischio di coaguli sanguigni.
Secondo quanto ricostruito dai media britannici, Amy era uscita con alcuni amici quando si è sentita male ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale. La madre, Catrina Proctor, ha raccontato al Mirror che la figlia soffriva già di problemi di salute legati all’uso del gas, e ora vuole usare la tragedia per sensibilizzare l’opinione pubblica: «Nessuno dovrebbe morire per questo, eppure sta accadendo troppo spesso».
«Mi aveva confessato che ne faceva uso – ha ricordato la madre –. Le era stato diagnosticato un coagulo di sangue al cuore e ai polmoni. La sera del decesso era uscita con amici, viveva da sola. È stata sua sorella a chiamarmi per dirmi che era in ospedale. Mi pento di averla lasciata da sola in quel momento», ha detto la donna con la voce rotta dal dolore.

Una volta giunta in ospedale, Catrina ha appreso dai medici che Amy si era sentita male per l’abuso di protossido di azoto. Non era la prima volta. «Le avevo già parlato di questa cosa. Mi aveva detto che aveva smesso, che stava cercando di rimettersi in sesto perché aveva una carenza di ferro», ha raccontato ancora la madre.
Amy soffriva di problemi di salute mentale in seguito a un incidente stradale, che le aveva causato forti attacchi d’ansia. La madre spiega che la figlia usava il gas come una sorta di stimolo per sentirsi viva: «Le dava una scossa, diceva. Ma era diventata una dipendenza. Non riusciva più nemmeno a camminare». L’autopsia ha rivelato coaguli nei polmoni e nel cuore, probabilmente causati proprio da un uso prolungato del gas.
A luglio e agosto, la madre aveva provato a convincere la figlia a farsi aiutare. «Mi aveva detto che ce l’avrebbe fatta, che si stava riprendendo. Se avessi saputo che continuava a usarlo, avrei fatto di tutto per salvarla». Oggi, Catrina è decisa a trasformare la tragedia in un appello pubblico per salvare altri giovani.

Amy lavorava come truccatrice professionista al “Crown of Beauty” in Bury Road, a Bolton. Era molto conosciuta per la sua energia contagiosa e il suo talento. I clienti la ricordano con affetto: «Era solare, accogliente, riusciva a farti sentire subito a casa. È difficile credere che non ci sia più».
La polizia di Manchester ha aperto un’indagine per chiarire tutti i dettagli del decesso, mentre la famiglia di Amy ha avviato le procedure per presentare una petizione al Parlamento britannico. L’obiettivo è chiedere campagne di informazione nazionali e controlli più severi sulla vendita e sull’uso del gas esilarante, ormai sempre più diffuso tra i giovani.
Il caso di Amy Leonard ha riaperto il dibattito nel Regno Unito su un fenomeno sottovalutato ma in forte crescita. Il protossido di azoto è legale, ma viene sempre più spesso utilizzato come sostanza ricreativa, soprattutto dai giovanissimi. «Mia figlia non c’è più. Ma se la sua storia può salvarne altre, allora la sua morte non sarà stata vana», ha concluso la madre.