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Papa Leone, la sua prima volta! La scelta che può cambiare la storia

Pubblicato: 07/10/2025 15:18

Papa Leone XIV ha deciso l’itinerario del suo primo viaggio importante. Gli osservatori vaticani guardano con attenzione alla trasferta apostolica del Pontefice, che è stata annunciata ufficialmente dalla Santa Sede. Dal 27 novembre al 2 dicembre, Leone XIV si recherà prima in Turchia e poi in Libano, raccogliendo simbolicamente l’eredità spirituale e diplomatica di Papa Francesco.

Si tratta di una scelta che fa discutere il mondo cattolico, ma che porta con sé grandi significati ecumenici e anche un messaggio di pace e di continuità con l’operato del suo predecessore. Il primo viaggio del Papa vuole rafforzare i legami con tutte le culture e cambiare in parte la storia della Chiesa ricordando alcuni dei suoi momenti più importanti.

Le tappe del viaggio in Turchia

Il viaggio inizierà in Turchia, a Iznik, l’antica Nicea, in occasione del 1700esimo anniversario del Primo Concilio di Nicea. Qui Leone XIV compirà un pellegrinaggio che non è solo storico, ma anche ecumenico: l’incontro con vescovi e patriarchi sul luogo della storica assise richiama l’attenzione sulla continuità del dialogo tra le Chiese cristiane e sul ruolo della Santa Sede nel promuovere la memoria dei concili e la collaborazione interreligiosa.

Dal 30 novembre, il Pontefice volerà in Libano, su invito del Capo di Stato e delle autorità ecclesiastiche locali. La visita nel Paese dei Cedri conferma la volontà di Papa Leone di farsi interprete della vicinanza della Chiesa alle popolazioni che affrontano difficoltà economiche, sociali e politiche, un lascito chiaro del pontificato di Francesco.

Memoria storica e dialogo ecumenico

Come ricordato dallo stesso direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, il programma dettagliato sarà reso noto prossimamente, ma la scelta delle tappe indica già l’intenzione di combinare memoria storica, solidarietà e dialogo ecumenico.

Per Papa Leone, questo primo viaggio non rappresenta soltanto un’occasione liturgica, ma anche un gesto simbolico di continuità con il predecessore, e conferma l’impegno del Vaticano nella promozione della pace, della coesione tra i popoli e della presenza della Chiesa nei contesti più delicati del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Il pellegrinaggio a Iznik e la visita al Libano segnano dunque un inizio di pontificato attento alle radici storiche del cristianesimo e alla vicinanza pastorale verso chi soffre, nel solco di un’eredità forte e riconosciuta a livello internazionale.

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