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Panatta difende Sinner: “Ecco perché si è ritirato” dopo il dramma di Shanghai

Pubblicato: 07/10/2025 10:48

Un weekend che doveva essere una festa per il tennis si è trasformato in una prova di resistenza estrema. Il Masters 1000 di Shanghai, uno dei tornei più attesi del circuito ATP, ha messo a dura prova i giocatori alle prese con temperature torride e un’umidità quasi insopportabile. Tra svenimenti, crampi e malori diffusi, la manifestazione si è trasformata in un simbolo dei limiti umani di fronte a condizioni climatiche sempre più estreme.

Il caso che ha fatto più rumore è stato quello di Jannik Sinner, costretto al ritiro nel terzo set contro l’olandese Tallon Griekspoor a causa di violenti crampi. L’immagine dell’altoatesino piegato in due, sorretto solo dalla racchetta, ha fatto il giro del mondo, scatenando reazioni e preoccupazioni nel mondo dello sport.

Un torneo al limite della sopportazione

Le condizioni a Shanghai erano ai limiti dell’impossibile: 37 gradi e un tasso di umidità vicino al 95%, con un livello di inquinamento dell’84% classificato come “malsano”. Una combinazione micidiale che ha colpito non solo Sinner, ma anche altri protagonisti del torneo come Marton Fucsovics, Taylor Fritz, Giovanni Mpetshi Perricard, Facundo Comesana e perfino Novak Djokovic.

Le immagini dei giocatori stremati hanno acceso un acceso dibattito sulla sicurezza e la sostenibilità di certi eventi sportivi. Sempre più voci nel mondo del tennis chiedono regole chiare per proteggere la salute degli atleti, in un calendario già denso e spesso spietato.

Jannik Sinner in difficoltà durante il Masters 1000 di Shanghai

Panatta: “Non ha perso contro l’avversario, ma contro il fisico”

Durante la Domenica Sportiva su Rai 2, Adriano Panatta ha commentato la vicenda con parole di grande lucidità: “Bisogna parlare della sconfitta di Sinner, che non è abituale. Non perde quasi mai e arriva sempre in finale. Ma questa volta non ha perso contro l’avversario, bensì contro un problema fisico naturale, perché le condizioni di gioco a Shanghai erano brutali”.

Adriano Panatta commenta il ritiro di Sinner a Shanghai

Panatta ha poi ampliato la sua riflessione, evidenziando come la fatica e il caldo abbiano colpito tutti: “L’ho visto molto provato, ma non solo lui: tutti i giocatori lo erano. Ci sono stati ritiri, svenimenti, malori. A Shanghai si gioca con 36-37 gradi, all’aperto e non al coperto, con un tasso di umidità del 95% e un livello di inquinamento dell’84%. In queste condizioni è sconsigliata qualsiasi attività sportiva, figuriamoci una partita di tennis da tre ore”.

Jannik Sinner esausto in campo durante il match contro Griekspoor

“Serve ripensare la sicurezza degli atleti”

L’ex campione romano ha poi lanciato un messaggio al mondo del tennis: “È logico che i giocatori si lamentino, ma quando fai un’attività sportiva in tutto il mondo può capitare. Tuttavia non si può ignorare che certe condizioni mettono a rischio la salute degli atleti. Bisogna ripensare la gestione dei tornei e mettere al primo posto la sicurezza”.

Le parole di Panatta hanno trovato eco tra molti addetti ai lavori, che chiedono una revisione dei calendari e dei protocolli di sicurezza. L’episodio di Shanghai ha ricordato a tutti che anche i campioni più allenati restano umani, e che la fatica non è solo una componente sportiva, ma un limite oltre il quale non si dovrebbe andare.

Un monito per il futuro del tennis

Il ritiro di Jannik Sinner diventa così più di un semplice episodio di cronaca sportiva: è un campanello d’allarme per un intero sistema che, tra esigenze televisive e sponsor internazionali, rischia di dimenticare la salute dei suoi protagonisti. La speranza è che da questa esperienza nasca una riflessione concreta, capace di restituire allo sport il suo equilibrio tra spettacolo e benessere.

Intanto, il mondo del tennis si interroga: servirà davvero il malore di Sinner per cambiare le regole del gioco?

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