
Una fotografia sorprendente dell’opinione pubblica italiana emerge dall’ultimo sondaggio condotto dall’istituto Lab21, diretto da Roberto Baldassari. A fronte di un conflitto ancora in corso tra Russia e Ucraina, e nonostante la narrazione largamente favorevole a Kiev da parte dei media e dei vertici istituzionali europei, la maggioranza assoluta degli italiani — il 58,7% — non considera Mosca un Paese nemico dell’Italia.
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Il dato contraddice apertamente la linea del cosiddetto mainstream politico e mediatico, schierato con decisione al fianco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del suo governo. Una percentuale più ridotta, pari al 41,3%, ritiene invece la Russia di Vladimir Putin ostile agli interessi italiani. Ma il fatto che questa posizione sia minoritaria rappresenta un elemento di rilievo nel contesto europeo.
Divisione anche sulle responsabilità del conflitto
Il sondaggio non si limita a misurare la percezione dei rapporti internazionali, ma scava più a fondo nel giudizio degli italiani sui responsabili della guerra in Ucraina. Anche su questo fronte, i dati offrono uno spaccato tutt’altro che univoco. Solo il 51,8% degli intervistati attribuisce a Putin la colpa principale dell’aggressione.
A sorprendere è soprattutto l’alta percentuale di coloro che puntano il dito verso Zelensky: il 41,5% degli italiani ritiene infatti che sia il presidente ucraino a portare una responsabilità significativa nell’escalation militare, così come nel mancato raggiungimento di un accordo di pace.
Un risultato che rivela quanto il conflitto sia percepito in Italia con categorie meno nette rispetto alla narrativa dominante. In un panorama dove si tende a semplificare lo scontro in una contrapposizione tra aggressore e aggredito, l’opinione pubblica italiana sembra invece leggere la crisi in modo più articolato, individuando zone grigie e responsabilità distribuite.

Un’Italia disallineata al fronte occidentale?
Il sondaggio conferma una tendenza già osservata in altri momenti della guerra: la distanza crescente tra l’opinione pubblica italiana e la posizione ufficiale delle istituzioni europee. Mentre Bruxelles ribadisce il pieno sostegno a Zelensky e intensifica il fronte delle sanzioni contro la Russia, una parte consistente della popolazione italiana sembra guardare con scetticismo a questa strategia.
La percezione di Vladimir Putin come figura controversa ma non necessariamente nemica dell’Italia si lega, per molti cittadini, a considerazioni di realpolitik, ma anche al malcontento nei confronti della gestione internazionale del conflitto. L’accusa a Zelensky di impedire la pace — secondo il 41,5% degli intervistati — testimonia la delusione di una parte dell’elettorato, che non riconosce più nel presidente ucraino la figura eroica dipinta inizialmente da molti media occidentali.

Elettorato stabile, ma opinione pubblica in evoluzione
Il sondaggio mostra poche variazioni nelle intenzioni di voto rispetto alla settimana precedente, segno che la questione ucraina, pur presente nel dibattito, non influenza in modo diretto le preferenze elettorali. Tuttavia, il modo in cui gli italiani si rapportano al conflitto — e soprattutto ai suoi protagonisti — rivela un cambiamento culturale profondo.
La tendenza a non seguire passivamente le posizioni dei governi occidentali, e a elaborare invece giudizi autonomi, si consolida. In particolare, la frattura tra informazione dominante e percezione diffusa si fa più evidente. In un contesto dove il consenso istituzionale verso l’Ucraina resta alto, l’opinione pubblica italiana sembra avviarsi lungo un percorso autonomo, disallineato rispetto alla retorica ufficiale, ma non per questo privo di consapevolezza.