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“Violenze a Roma organizzate”. Meloni da Vespa, la rivelazione: “Io denunciata per concorso in genocidio”

Pubblicato: 07/10/2025 19:57

“Io ho grande rispetto delle manifestazioni, ne ho organizzate una infinità. Ma le violenze erano organizzate e preordinate”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite del programma Cinque Minuti su Rai 1, ha commentato le recenti proteste durante lo sciopero per Gaza, in cui si sono registrati momenti di tensione e scontri.

Meloni ha chiarito che, a suo avviso, non si è trattato solo di infiltrati. «Uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore del 7 ottobre. Quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva», ha dichiarato. Tuttavia, ha voluto distinguere: «Ho grande rispetto per le persone scese in piazza per una questione che evidentemente sentono».

Nel corso dell’intervista, la premier ha anche rivelato di essere stata denunciata alla Corte Penale Internazionale. Insieme a lei, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. L’accusa? Concorso in genocidio. «Credo non esista un altro caso nella storia di una denuncia simile», ha commentato con tono polemico.

Non è mancata una dura critica alla Cgil, promotrice dello sciopero. Secondo Meloni, l’organizzazione sindacale «è più interessata a difendere la sinistra che i lavoratori». Ha ricordato che durante i dieci anni di governo della sinistra la Cgil ha indetto sei scioperi generali, mentre nei suoi tre anni di governo gli scioperi sono già quattro, «nonostante stiano aumentando occupazione e salari, e stia diminuendo la precarietà».

La premier ha definito lo sciopero come “pretestuoso”, soprattutto perché motivato dalla politica estera. Una scelta che, a suo dire, non ha precedenti nella storia del sindacalismo italiano. Ha poi ribadito che pur rispettando la libertà di manifestare, considera certe posizioni strumentali e ideologiche.

Sulle accuse di autoritarismo e ambizione personale, Giorgia Meloni ha risposto direttamente a Matteo Renzi, che l’ha accusata di voler puntare al Quirinale. La replica è stata netta: «Il problema di quelli che hanno passato la vita a pensare a che incarico dovessero ricoprire è che pensano che tutti siano come loro».

«Sto facendo la presidente del Consiglio, le posso garantire che mi basta e mi avanza», ha affermato con decisione Meloni, chiudendo così ogni speculazione su una sua possibile candidatura alla presidenza della Repubblica.

Con questa intervista, Meloni ha voluto tracciare una linea politica chiara: difesa del governo, condanna del terrorismo, critica alla sinistra e ai sindacati, e rilancio della propria leadership istituzionale, senza ambiguità sul futuro politico.

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