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Fratelli d’Italia, progetto di legge contro il fondamentalismo islamico: “Vietato il velo integrale”

Pubblicato: 08/10/2025 13:42
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Una proposta destinata ad accendere il dibattito politico e sociale arriva dai banchi di Fratelli d’Italia, che ha presentato alla Camera dei Deputati un progetto di legge articolato in più punti con l’obiettivo dichiarato di contrastare il separatismo culturale e religioso. Al centro del provvedimento, una serie di misure che riguardano principalmente l’islam radicale, ma che intervengono anche sul piano delle norme civili e penali, con un impatto potenzialmente rilevante in diversi ambiti della vita pubblica.
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Il testo è stato illustrato da Sara Kelany, deputata FdI e prima firmataria della proposta, assieme ai colleghi Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera, e Francesco Filini. Alla presentazione era presente anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, a sottolineare il peso politico dell’iniziativa.

Stop al velo integrale nei luoghi pubblici

Uno dei punti cardine del progetto di legge è l’introduzione di un divieto esplicito del velo integrale – come il niqab o il burqa – in tutti i luoghi pubblici, comprese scuole, università e uffici della pubblica amministrazione. Secondo i promotori, tale misura non intende colpire la libertà religiosa, ma garantire sicurezza e coesione sociale, opponendosi a ciò che viene definito “separatismo culturale”.

«Questo progetto – ha dichiarato Kelany – serve a contrastare la nascita di enclave, vere e proprie contro-società, in cui si applicano regole che non hanno nulla a che vedere con il nostro ordinamento, e dove prolifera il fondamentalismo islamico». Il riferimento esplicito è alla sharia, che secondo FdI sarebbe praticata in alcune comunità chiuse presenti in Italia.

Regole sui finanziamenti alle moschee

Altro punto sensibile del progetto riguarda la regolamentazione dei finanziamenti ai luoghi di culto, con un’attenzione particolare alle moschee. La proposta prevede maggiore trasparenza nei flussi di denaro provenienti dall’estero, e obblighi di rendicontazione per le organizzazioni religiose.

Un passaggio che, secondo i promotori, mira a prevenire l’infiltrazione di ideologie estremiste attraverso canali finanziari opachi. Il sottosegretario Delmastro ha sottolineato l’importanza di «controllare le fonti di finanziamento di luoghi che troppo spesso diventano centri di indottrinamento e radicalizzazione».

Pene più dure per i matrimoni forzati

La proposta di legge interviene anche sul fronte della tutela delle donne e dei minori, introducendo pene più severe per il reato di induzione al matrimonio mediante inganno. Una norma pensata per colpire le pratiche che, secondo i relatori, si verificano in alcune comunità in Italia, dove ragazze giovanissime sarebbero costrette a matrimoni combinati o a lasciare il Paese contro la loro volontà.

«La libertà personale non è negoziabile», ha detto Bignami, che ha ribadito come la proposta non sia contro una religione, ma contro le pratiche illegittime e disumane che talvolta si nascondono dietro il velo della tradizione. L’obiettivo dichiarato è «proteggere i più deboli e affermare la supremazia della legge italiana in ogni angolo del Paese».

Musulmani in preghiera
Immagine repertorio

Un testo che promette polemiche

Non sono mancate le prime reazioni, soprattutto da parte dell’opposizione e delle associazioni che si occupano di diritti civili e libertà religiosa. Alcune realtà hanno già sollevato dubbi sulla costituzionalità del divieto del velo integrale, mentre altri denunciano il rischio di stigmatizzazione nei confronti di intere comunità.

FdI, però, difende il testo parlando di una battaglia di civiltà e di un atto necessario per garantire integrazione vera e sicurezza urbana. Il progetto di legge è ora atteso in Commissione, dove inizierà il suo iter parlamentare. In un contesto già carico di tensioni legate all’immigrazione e al conflitto in Medio Oriente, è facile prevedere che la discussione su questa proposta sarà lunga, tesa e fortemente polarizzata.

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