
Il tribunale di Beer Sheva ha deciso di prorogare di tre giorni la detenzione di Raís Rigo Seruya, cittadina spagnola coinvolta nella missione umanitaria Global Sumud Flotilla, diretta verso Gaza. La donna è sospettata di aver aggredito un pubblico ufficiale e di aver provocato lesioni, in seguito a un presunto episodio avvenuto durante il suo arresto.
Secondo quanto riportato dalle autorità israeliane, gli agenti dell’Israel Prison Service (IPS) avrebbero dichiarato che Seruya “ha morso un dipendente durante la fase di fermo”, accusa che la stessa ha respinto con decisione.
“Cercavo solo di fermare un’aggressione”
Durante l’udienza, la cittadina spagnola ha fornito la sua versione dei fatti, sostenendo di essere intervenuta per difendere il suo compagno, anch’egli coinvolto nella spedizione e, a suo dire, aggredito dalle guardie durante la detenzione.
“Non ho mai aggredito nessuno,” ha affermato Seruya davanti ai giudici, “stavo solo cercando di separarli, volevo impedire che continuassero a picchiarlo.”

L’episodio si sarebbe verificato dopo il blocco della flottiglia Sumud, composta da attivisti e operatori umanitari diretti a Gaza per denunciare la crisi umanitaria nella Striscia. Le forze israeliane avevano intercettato le imbarcazioni, portando i partecipanti in custodia.
Il nodo delle telecamere di sorveglianza
Nel corso dell’udienza, l’avvocato difensore di Seruya ha chiesto chiarimenti riguardo ai filmati delle telecamere di sicurezza che, secondo la difesa, avrebbero ripreso l’intero incidente.
“Sono immagini fondamentali per verificare la verità dei fatti,” ha dichiarato il legale, sottolineando come la loro analisi potrebbe confermare la versione della propria assistita.
Alla domanda diretta del giudice, il rappresentante della polizia israeliana ha ammesso che i video non sono attualmente in possesso delle autorità e che non sono stati ancora esaminati.
Un’ammissione che ha sollevato perplessità nella difesa, che teme un ritardo nelle indagini e la perdita di prove potenzialmente decisive.
Attesa per la nuova udienza
Nel frattempo, il tribunale ha disposto il prolungamento della detenzione preventiva per ulteriori tre giorni, in attesa che vengano acquisiti nuovi elementi di prova. La difesa di Seruya ha ribadito che la donna “ha sempre mantenuto un comportamento pacifico” e che il suo unico intento era “partecipare a un’iniziativa umanitaria per i civili di Gaza”.
Il caso della cittadina spagnola si inserisce in un contesto diplomatico già delicato, con organizzazioni per i diritti umani che chiedono trasparenza sull’operato delle autorità israeliane e il rispetto delle garanzie legali per gli attivisti internazionali detenuti.