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“Hamburger”, divieto assoluto se non contiene la carne: l’Europa ha deciso

Pubblicato: 08/10/2025 15:19

Senza carne, niente hamburger. Il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha approvato un emendamento alla revisione del regolamento sui mercati agricoli (Cmo) che stabilisce un principio chiaro: le denominazioni tradizionalmente associate ai prodotti di origine animale potranno essere utilizzate solo per alimenti contenenti carne.

La norma, passata con 355 voti favorevoli, 247 contrari e 30 astenuti, vieta quindi l’uso di termini come “bistecca”, “salsiccia”, “burger” o “hamburger” per i prodotti vegetali o alternativi. Il provvedimento rientra in una più ampia riforma delle politiche agricole comunitarie, approvata nel complesso con 532 voti a favore, 78 contrari e 25 astenuti.

“Le denominazioni sono riservate esclusivamente ai prodotti contenenti carne”

Il testo dell’emendamento è esplicito: “Le denominazioni attualmente utilizzate per designare prodotti a base di carne e preparazioni a base di carne sono riservate esclusivamente ai prodotti contenenti carne”.
Questo include anche termini come tuorlo d’uovo o albume, che potranno essere usati solo per indicare alimenti di origine animale.

Si tratta di una decisione che ha acceso un ampio dibattito tra agricoltori, industria alimentare e produttori di cibi vegetali. I sostenitori della misura ritengono che serva a tutelare i consumatori da informazioni fuorvianti, mentre per i detrattori rappresenta un ostacolo all’innovazione nel settore alimentare sostenibile.

Etichette più chiare e tutela della filiera corta

Nel mandato approvato per i negoziati con il Consiglio, il Parlamento ha chiesto “maggiore chiarezza sull’uso dei termini ‘giusto’, ‘equo’ o equivalenti” sulle etichette dei prodotti agricoli. Tali definizioni, secondo i deputati, dovranno essere concesse solo se il prodotto contribuisce allo sviluppo delle comunità rurali o favorisce le organizzazioni di agricoltori.

Inoltre, la dicitura “filiera corta” potrà essere utilizzata solo per i prodotti realizzati nell’Unione Europea, con un numero limitato di intermediari tra produttore e consumatore e commercializzati su brevi distanze o in tempi ridotti.

Rafforzare gli agricoltori e proteggere i prodotti europei

Il Parlamento ha proposto anche modifiche alla Politica Agricola Comune (PAC) per rafforzare la posizione contrattuale degli agricoltori e garantire maggiore stabilità dei redditi.
I deputati chiedono che le consegne di prodotti agricoli siano regolate da contratti scritti, salvo eccezioni per alcuni settori su richiesta di organizzazioni rappresentative.

Un’altra misura riguarda la soglia minima per i contratti obbligatori, che il Parlamento vuole abbassare a 4.000 eurorispetto ai 10.000 previsti inizialmente dalla Commissione. Inoltre, i deputati si oppongono alla creazione di nuove organizzazioni di produttori biologici, per evitare “una concorrenza non necessaria tra modelli produttivi”.

Infine, l’Eurocamera ha chiesto che gli appalti pubblici privilegino prodotti agricoli e alimentari di origine europea, con particolare attenzione a quelli locali, stagionali e con indicazioni geografiche riconosciute.

Una decisione che, come sottolineano molti osservatori, segna un punto di svolta nella regolamentazione alimentare europea, destinata a ridefinire il rapporto tra tradizione, innovazione e sostenibilità nel settore agroalimentare.

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