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Sciame di droni sulla nuova Flotilla. “Temiamo attacco. Se ci fermano, bloccate tutto”

Pubblicato: 08/10/2025 00:38

La tensione è salita di colpo nel Mediterraneo orientale. Intorno alle 23.30 ora italiana, la Freedom Flotilla ha lanciato l’allarme: uno sciame di droni sorvola la nave ospedale Conscience e le otto barche a vela che la scortano verso Gaza. Dal ponte arriva la voce rotta dall’emozione di Vincenzo Fullone, portavoce per l’Italia della “seconda ondata”: “Temiamo che potrebbero intercettarci a breve. Questo potrebbe essere l’ultimo video che inviamo da qui. Medici, trasportiamo solo medici, perché si blocca anche questo?”.

La Flotilla, a circa 150 miglia nautiche da Gaza, naviga in acque internazionali. A bordo ci sono oltre novanta tra medici e infermieri, una tonnellata di farmaci, dispositivi respiratori e alimenti terapeutici. Tutti sanno di essere a rischio. “Abbiamo lanciato l’allerta generale”, dice Fullone, disperato ma lucido. Non per paura, spiega, ma per l’impotenza di trovarsi a pochi chilometri da una popolazione che attende quegli aiuti da mesi.

Droni e precedenti attacchi

Dalla Conscience raccontano che i droni sorvolano la nave da giorni, ma che stavolta il livello di allerta si è alzato. L’ultimo messaggio parla di un attacco imminente. Nel maggio scorso, la stessa nave era stata colpita da un ordigno che aveva sfondato il ponte: solo il caso aveva evitato una strage. Dopo mesi di lavori in cantiere, l’imbarcazione è tornata in mare con un equipaggio deciso a portare avanti la missione nonostante le minacce.

Tra i nomi segnalati da Israele come “target da abbattere” figura anche lo stesso Fullone. La sua colpa, spiega, è di aver fondato Ayn Media, la prima agenzia di notizie di Gaza in contatto con testate internazionali come il New York Times, e di aver organizzato un festival di cinema per bambini nella Striscia. “Ti devi relazionare con le autorità, che allora erano in mano ad Hamas. Per Israele è bastato per considerarmi pericoloso”.

Medici in missione verso Gaza

Prima di imbarcarsi, Fullone aveva valutato a lungo se partire. “Non volevo essere il pretesto per un attacco, ma i coordinatori mi hanno detto di stare tranquillo: qui ci sono target che Israele vuole molto più di te”. A bordo ci sono anche medici palestinesi rifugiati in Europa e specialisti internazionali pronti a sostituire i colleghi della Striscia. “È questo quello che ci chiedono da Gaza – spiegano –: un cambio anche solo di un paio d’ore, non si fermano da due anni”.

Tra i 92 membri dell’equipaggio figurano Riccardo Corradini, Francesco Prinetti di Ultima Generazione, Stefano Argenio della Cgil, e la pedagogista Elizabeth Di Luca. “Chiedo a tutti di manifestare in modo nonviolento per la Palestina e per chi rischia un altro abbordaggio criminale”, ha detto Prinetti.

Ogni sera, in stiva, la psichiatra Veronica O’Keane, docente al Trinity College di Dublino, inventaria scatole di medicinali. “Da due anni cerco di entrare a Gaza per aiutare chi vive un genocidio – racconta –. Centinaia di migliaia di persone sono traumatizzate e hanno bisogno di assistenza”. Con lei il chirurgo vascolare Mohamed Abhakis, l’anestesista Marwan Obeid, la ginecologa Fawza Moha Hassam e Diaa Adaoud, medico palestinese con passaporto statunitense che rischia di essere perseguito anche al ritorno in patria.

Dal ponte della Conscience, l’ultimo messaggio suona come un appello: “In due anni di guerra sono stati uccisi più di 1.500 medici, 400 sono scomparsi nelle carceri israeliane. Questo è un test per l’umanità: il mondo resterà a guardare o farà qualcosa per rompere le catene di Gaza?”.

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