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Addio allo scrittore della “Casa di ringhiera”: dolore per la cultura italiana

Pubblicato: 09/10/2025 17:49

Era uno di quegli autori capaci di far sorridere mentre raccontava la malinconia, di osservare l’Italia attraverso la lente sottile della quotidianità e del paradosso. Francesco Recami si è spento oggi, dopo una lunga malattia, circondato dalla sua famiglia. Aveva 68 anni.

A dare la notizia è la casa editrice Sellerio, che con parole commosse ha ricordato il legame profondo tra l’autore e la casa editrice palermitana: «Francesco Recami è stato uno scrittore di casa nel senso più profondo, nel rapporto strettissimo con Elvira Sellerio, proseguito e consolidato con Olivia e Antonio. Tutta la casa editrice lo ricorda con profondissimo affetto e infinita gratitudine, orgogliosa di aver contribuito alla diffusione della sua opera. Ci stringiamo a Emanuela e ai suoi figli Teresa e Olmo con grande commozione».

Nato a Firenze il 20 luglio 1956, Recami aveva esordito con testi divulgativi e guide di montagna, per poi pubblicare due romanzi per ragazzi, Assassinio nel paleolitico (1996) e Trappola nella neve (2000). Il salto nel giallo arrivò con L’errore di Platini (2006), seguito da Il correttore di bozze e Il superstizioso, con cui entrò nella cinquina del Premio Campiello.

La sua scrittura, precisa e ironica, trovò la forma più riconoscibile nella celebre serie de “La casa di ringhiera”, iniziata nel 2011, incentrata sulla figura dell’anziano tappezziere Amedeo Consonni. Con una prosa garbata ma implacabile, Recami ha descritto un microcosmo di vicende umane, vizi e fragilità che si muovono attorno a quella casa popolata da personaggi indimenticabili. Ne sono seguiti titoli come Gli scheletri nell’armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014) e La verità su Amedeo Consonni (2019).

Parallelamente, aveva dato vita alle sue “commedie nere”, esercizi di stile che univano il ritmo del giallo alla riflessione sociale, fino all’ultimo romanzo, Il mostro del Casoretto.

Autore raffinato, Recami aveva il dono raro di trasformare la normalità in racconto, di far emergere la tragicommedia nascosta nei gesti di ogni giorno. Le sue storie, leggere ma mai superficiali, restano uno specchio impietoso e tenero insieme di un’Italia ironica e imperfetta, che lui ha saputo raccontare con voce unica e inconfondibile.

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