
Paolo Sottocorona se n’è andato l’8 ottobre 2025, lasciando dietro di sé non solo un vuoto umano e professionale, ma anche una lezione fondamentale per chi si occupa di comunicazione scientifica: la verità non ha bisogno di toni gridati, né di ideologie.
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Meteorologo esperto, volto familiare della televisione italiana, Sottocorona ha saputo distinguersi nel tempo per un approccio pacato, rigoroso e indipendente. Non ha mai ceduto né alle bufale negazioniste né alla retorica catastrofista che spesso domina i media quando si parla di cambiamento climatico.
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Contro la narrazione del terrore climatico
Nel suo ultimo intervento pubblico, datato 24 settembre 2025, Paolo Sottocorona ha ribadito con chiarezza la sua posizione: sì, il clima sta cambiando, ma non si combatte la disinformazione con il terrore. “Bisogna dire le cose come stanno – affermava – senza gridare alla fine del mondo, ma anche senza nascondersi dietro i complottismi.”
Per lui, era fondamentale distinguere tra allarme e allarmismo, tra informazione e manipolazione. Una posizione scomoda, che negli anni gli ha attirato critiche da entrambi i fronti: da chi lo accusava di essere “negazionista” e da chi lo vedeva come un sostenitore della “narrazione verde”. In realtà, era semplicemente un uomo libero, fedele ai dati e al buon senso.

Scontro social: la polemica tra scienza e ideologia
Alla notizia della sua scomparsa, il dibattito si è immediatamente acceso sui social network. Da un lato, chi lo ha omaggiato come “uno degli ultimi giornalisti scientifici seri”; dall’altro, utenti e opinionisti che lo accusano ancora oggi di “minimizzare la crisi climatica”. In realtà, Sottocorona non ha mai negato il cambiamento climatico: ne ha solo contestato l’uso strumentale a fini politici e sensazionalistici.
La polemica è esplosa sotto un post commemorativo che lo definiva “l’uomo che unì scienza e coscienza”. Decine di migliaia di interazioni, con toni che vanno dal rispetto sincero fino all’attacco personale. Uno scontro che conferma quanto il tema del clima sia ormai più ideologico che scientifico.
La battaglia contro le bufale sul clima
Durante la sua carriera, Sottocorona ha combattuto apertamente contro la disinformazione climatica. Lo ha fatto senza slogan, ma con dati e grafici alla mano. Ha smontato fake news, come l’idea che ogni evento estremo sia “colpa del riscaldamento globale” o che esista un “consenso assoluto” sulla catastrofe imminente.
In più occasioni ha criticato la stampa e alcuni colleghi per il loro sensazionalismo, ricordando che “il mestiere del meteorologo non è spaventare, ma spiegare”. Non a caso, tra i suoi sostenitori si contano molti esperti indipendenti, scienziati, climatologi e divulgatori stanchi di vedere la propria disciplina ridotta a titoli da prima pagina.
È morto a 77 anni il meteorologo Paolo Sottocorona, ha avuto il merito di smontare garbatamente la narrazione terroristica sul clima di aver accennato al tema della geoingegneria. Buon passaggio nella Vita Continua.
— giorgio bianchi (@Giorgioaki) October 8, 2025
Adalberto Gianuario pic.twitter.com/j2wnwLrtpv
Flotilla e l’impegno per un’informazione pulita
Tra le battaglie che ha sostenuto, anche quella della Flotilla, una missione di monitoraggio climatico indipendente spesso ignorata o denigrata dai media mainstream. Quando ancora pochi ne parlavano, Paolo Sottocorona ne aveva riconosciuto la validità scientifica, sostenendola pubblicamente con un intervento definito “di una chiarezza disarmante oltre che coraggiosa”.
Il suo impegno era chiaro: riportare il dibattito sul clima all’interno di un perimetro scientifico, sobrio e documentato, lontano dalle esagerazioni e dai titoli urlati.
Un’eredità controcorrente
Paolo Sottocorona lascia in eredità uno stile di comunicazione oggi sempre più raro: onesto, equilibrato, anti-sensazionalista. La sua figura è diventata il simbolo di chi non si schiera per partito preso, ma per principio di verità.
La sua scomparsa pone una domanda: chi, oggi, è disposto a difendere la scienza climatica dai suoi stessi eccessi? Chi avrà il coraggio di dire che la realtà è più complessa delle semplificazioni ideologiche? Forse il modo migliore per onorare Sottocorona è proprio questo: non cercare conferme alle proprie convinzioni, ma continuare a farsi domande.