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“Che brutta fine…”. Garlasco, il nuovo colpo di scena sull’avvocato di Sempio

Pubblicato: 09/10/2025 11:23

Nelle aule di tribunale, le parole hanno un valore. Sono strumenti di difesa, armi d’accusa, confini tra il diritto e l’abuso. Ma quando un avvocato, per di più difensore in un caso ad alta tensione mediatica, pronuncia frasi controverse in un contesto pubblico, quelle stesse parole diventano un boomerang. Ed è quello che sta accadendo a Massimo Lovati, finito al centro di una bufera giudiziaria e professionale dopo le sue dichiarazioni rilasciate durante un incontro con Fabrizio Corona.
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Un’uscita che non solo rischia di compromettere la sua posizione all’interno del team legale che difende Andrea Sempio, ma potrebbe costargli anche l’allontanamento formale dal caso. A farlo intuire è stato lui stesso, intervenuto con toni dimessi nella trasmissione televisiva MattinoCinque, dove ha ammesso apertamente di temere il licenziamento da parte della famiglia Sempio.

Il rischio di revoca dell’incarico da parte dei Sempio

«Penso che potrebbero sollevarmi dall’incarico, ma io vorrei continuare», ha dichiarato Massimo Lovati, visibilmente provato, lasciando intendere che la frattura con la famiglia del suo assistito potrebbe ormai essere insanabile. L’avvocato ha poi confermato di non avere ancora avuto un confronto diretto con l’altra legale del collegio difensivo, Angela Taccia, ma ha annunciato che un incontro è previsto a breve: «Stasera ci incontreremo. Non ho sentito l’avvocato Taccia, i Sempio potrebbero decidere di continuare solo con lei o con un altro collega».

Nonostante le pressioni e le critiche ricevute, Lovati ha chiarito di non avere intenzione di dimettersi spontaneamente: «Non faccio passi indietro, vorrei restare al mio posto». Una presa di posizione che però si scontra con le polemiche scoppiate a seguito delle sue esternazioni sul caso Sempio e su altri procedimenti noti, come quello della piccola Yara Gambirasio.

Le frasi choc e la giustificazione: “Era tutto una messa in scena”

Durante l’intervista, la conduttrice Federica Panicucci ha incalzato l’avvocato sulle sue parole, chiedendogli se fosse consapevole della gravità di quanto detto. Lovati ha risposto: «Sì, e chiedo scusa, ma lasciatemi spiegare. Le mie parole sono frutto di una macchinazione scenica. Non ero io a parlare, ma il personaggio di una fiction». Secondo il legale, la conversazione con Corona faceva parte di un progetto filmico in cui avrebbe dovuto interpretare un ruolo di fantasia, nello specifico il protagonista di un presunto film intitolato “Jerry La Rana”.

Una spiegazione che non ha convinto la conduttrice, che ha interrotto l’intervento di Lovati: «Non ci sono “ma”, le sue parole sono gravissime e non hanno giustificazioni». Ma le dichiarazioni che hanno suscitato maggiore sdegno sono quelle riferite alla famiglia di Yara Gambirasio. Alla domanda se si sentisse di scusarsi con i genitori della giovane vittima, Lovati ha risposto: «Chiedo scusa alla memoria di quella bambina uccisa, ma non è quello che penso ciò che ho detto».

L’indagine per diffamazione e l’intervento dell’Ordine

Oltre alle reazioni pubbliche, per Lovati si profila ora anche un problema di natura disciplinare e penale. Dopo la querela presentata dall’ufficio Giarda, è stata avviata un’indagine per diffamazione, che lo stesso legale ha commentato sostenendo la propria innocenza: «Credo che l’indagine del 2017 sia stata frutto di una macchinazione».

Sul versante deontologico, l’Ordine degli Avvocati starebbe valutando la possibilità di adottare provvedimenti disciplinari. Lovati ha ammesso apertamente il rischio: «Penso che prenderanno provvedimenti». Una consapevolezza che evidenzia la delicatezza della situazione e la probabile apertura di un fascicolo nei suoi confronti anche sul piano professionale.

Massimo Lovati

Una crisi interna alla difesa e un danno d’immagine difficile da recuperare

Le parole di Massimo Lovati, al di là delle spiegazioni successive, hanno generato un danno d’immagine evidente per l’intera squadra difensiva di Andrea Sempio, già al centro di un caso complesso e dai risvolti mediatici rilevanti. La collega Angela Taccia, che nei giorni scorsi aveva già espresso perplessità su alcuni comportamenti del co-difensore, ora si trova a gestire un fronte complicato non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano.

In attesa dell’incontro chiarificatore previsto nelle prossime ore, resta da capire se la famiglia Sempio deciderà di mantenere in squadra un avvocato il cui comportamento, a detta di molti, ha oltrepassato i confini dell’eticamente tollerabile. La questione non è solo giuridica: è anche una battaglia di credibilità, che si gioca in tribunale ma si vince – o si perde – sotto gli occhi dell’opinione pubblica.

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