
Il mondo della ristorazione di lusso svizzera è scosso da un caso che sta facendo discutere e sollevando interrogativi sul rapporto tra potere e lavoro. Le accuse di comportamenti inappropriati sul posto di lavoro stanno mettendo in difficoltà un imprenditore molto conosciuto nel settore gastronomico, il cui nome, negli ultimi anni, è diventato sinonimo di successo e innovazione. Ma ora, la vicenda giudiziaria che lo riguarda rischia di compromettere irrimediabilmente la sua reputazione.
Le indagini sono in corso e la versione dei fatti è ancora oggetto di contrasto tra le parti. Mentre la presunta vittima denuncia episodi di molestie e pressioni psicologiche, il diretto interessato nega tutto, parlando di un malinteso e di messaggi fraintesi.

Le accuse e la denuncia
Al centro della vicenda c’è Roberto Giovanoli, 35enne e noto ristoratore di Sankt Moritz, titolare della società Plan-B Kitchen, che gestisce diversi ristoranti, pizzerie e food truck presenti anche sulle piste da sci dell’Engadina. L’uomo è accusato di molestie sessuali nei confronti di una collaboratrice italiana di 33 anni, la quale sostiene di aver ricevuto messaggi dal contenuto esplicito, in cui il datore di lavoro faceva riferimento a pratiche sessuali. La donna ha inoltre affermato di essere stata vittima di altre forme di molestia durante il rapporto professionale. Sui social impazzano i commenti di sostegno all’imprenditore, ma anche ri rabbia nei suoi confronti: “Il suo impero crollerà”, scrive un utente a difesa della donna.
A raccontare la vicenda è stato il sindacato svizzero Unia, attraverso il proprio giornale Work. Secondo quanto riferito, la giovane avrebbe cercato di far capire al suo superiore che il suo comportamento era inaccettabile: «Gli ho detto chiaramente che non poteva comportarsi così, ma lui non voleva ascoltare», ha dichiarato. Dopo quei fatti, la 33enne avrebbe iniziato a temere di uscire di casa.
Le reazioni e le conseguenze
In un’intervista al quotidiano Blick, Giovanoli ha negato con forza ogni accusa, sostenendo che si è trattato di «battute stupide, scritte reciprocamente» e ribaltando parte delle accuse: «È stata lei a cercare un approccio con me». Tuttavia, l’eco mediatica della vicenda ha avuto conseguenze immediate. Il ristoratore è stato costretto a dimettersi dall’associazione GastroGraubünden, che rappresenta i ristoratori del Canton Grigioni. Il presidente ha spiegato di avergli chiarito che “questi comportamenti tra datore di lavoro e dipendente non sono tollerati”.
Intanto, emergono nuove segnalazioni di altri collaboratori che lo accuserebbero di atteggiamenti autoritari e inappropriati. Giovanoli però insiste: «Unia non ha trovato alcuna prova per denunciarmi». La donna si è nel frattempo dimessa dal lavoro, mentre la Procura continua gli accertamenti per stabilire la verità su una vicenda che, a prescindere dall’esito, ha già lasciato un’ombra pesante sul mondo dell’alta ristorazione engadinese.