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“Sai come si chiama questa?”. Bianca Berlinguer contro Giorgia Meloni, esplode la polemica

Pubblicato: 09/10/2025 17:01

Il dibattito su Gaza e sull’azione militare israeliana ha infiammato non solo la politica internazionale ma anche i talk show italiani. Tra scontri verbali e opinioni accese, una voce si è distinta per chiarezza e intensità: quella di Bianca Berlinguer. Intervistata da Michela Tamburrino per La Stampa, la giornalista ha espresso un pensiero diretto che ha fatto discutere, tanto che Dagospia ha parlato di una vera e propria “accusa” al governo Meloni.

“Ma non è detto sia un male – le parole della conduttrice di È sempre Cartabianca – Quest’accalorarsi capace di andare oltre gli argini della buona creanza si chiama passione, sentirsi parte e non spettatori, è sangue che scorre nelle vene”. Per Berlinguer, l’emotività e la partecipazione intensa del pubblico rappresentano “il senso del mio lavoro, dell’essere giornalista”.

Tra talk show e politica: lo specchio di un Paese diviso

I talk televisivi, secondo la giornalista, non fanno che riflettere lo stato d’animo collettivo: uno “specchio deformato” della società. E in questo contesto, la conduttrice analizza anche il celebre scontro tra Enzo Iacchetti ed Eyal Mizrahi, trasformandolo in un punto di partenza per una riflessione più ampia sul clima politico italiano e sull’atteggiamento del governo.

Bianca Berlinguer durante un talk televisivo

“Penso che in questo momento ci sia una radicalizzazione dei sentimenti del Paese talvolta utilizzata politicamente dall’esecutivo. Da una parte il governo dice di voler placare gli animi e dall’altra innalza lo scontro enfatizzando episodi circoscritti”, dichiara Berlinguer, evidenziando una contraddizione che, a suo dire, alimenta tensioni invece di stemperarle.

Memoria e parole pesanti: il riferimento al terrorismo

Primo piano di Bianca Berlinguer in studio

La giornalista non nasconde la sua preoccupazione per l’uso superficiale di certi termini nella comunicazione politica. “So che cosa è stato il terrorismo – argomenta Bianca Berlinguer – l’ho vissuto da molto vicino per ragioni familiari, ero adolescente ma ricordo perfettamente quel clima. Conosco gli effetti delle vere minacce del vero terrorismo. Che oggi vengano evocate superficialmente le Brigate Rosse mi sconcerta”.

Un richiamo alla memoria collettiva, che la conduttrice lega anche a recenti fatti di cronaca internazionale. “Un crimine che risponde a dinamiche tutte americane – dice Bianca – e mi sembra enorme che istituzioni chiamate a rappresentare il Paese parlino di Brigate Rosse. Sono paragoni totalmente impropri”.

Gaza, Ucraina e la forza della ribellione morale

Bianca Berlinguer commenta l'attualità politica

Berlinguer sottolinea come “l’occupazione della Cisgiordania e quanto avviene nella Striscia di Gaza rappresentano uno spartiacque”. Un conflitto che, secondo lei, risveglia un sentimento di ribellione morale positivo: “Tanta passione e tanta ribellione morale mi sembrano positive, significano che non c’è assuefazione rispetto all’inerzia dei governi europei”.

La giornalista difende anche il ruolo dei talk show come luoghi in cui le emozioni trovano spazio. “Il dibattito legato alla Palestina è forte e scatena reazioni forti. Enzo Iacchetti sta tutto dentro questo sussulto etico. E non si capisce perché tali istanze dovrebbero rimanere fuori dai talk. Se si riesce a non trascendere, il talk è uno dei posti dove si manifestano emozioni condivise da chi ci guarda da casa”.

Un Paese che si emoziona ancora

Bianca Berlinguer durante una puntata di È sempre Cartabianca

Infine, Bianca Berlinguer riflette sul diverso livello di attenzione mediatica tra i vari conflitti: “Certo, l’attenzione collettiva viene e va, ma ciò che succede nell’opinione pubblica rispetto a Gaza mi sembra qualcosa di più profondo e di più resistente”.

Un pensiero che riporta al centro il valore dell’emozione e della partecipazione civile, in un momento storico in cui, tra polemiche e divisioni, il bisogno di sentirsi parte di qualcosa sembra tornare più forte che mai.

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