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“Compromettente per il padre di Andrea Sempio”. Garlasco: spunta la frase sospetta

Pubblicato: 09/10/2025 10:43
Il pizzino di Giuseppe Sempio legato al caso Garlasco

Un piccolo foglietto scritto a mano torna a scuotere il caso Garlasco. La Procura di Pavia ha riaperto l’attenzione su un pizzino ritrovato nella casa dei Sempio, datato 2017, che potrebbe offrire nuovi spunti sull’omicidio di Chiara Poggi. A rivelarne il contenuto integrale è stato il Tg1, che ha mostrato per la prima volta le frasi al centro dell’attenzione investigativa. Dietro quelle righe apparentemente disordinate, si cela un potenziale indizio in grado di riaccendere una delle vicende giudiziarie più discusse degli ultimi vent’anni.

Secondo quanto riportato da diverse testate, il foglietto contiene parole e riferimenti che hanno fatto sobbalzare gli inquirenti. Ma è una frase in particolare a far tremare Garlasco.

Il pizzino di Giuseppe Sempio e la frase che scuote il caso

Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio

Sul foglietto, scritto da Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, si legge:

«Cosa succede? Se i Giarda (gli ex legali di Alberto Stasi, ndr) presentano una istanza di revisione a Brescia fatta bene».

È da questa frase che parte la nuova linea investigativa, come spiegato da Leggo. L’appunto, intitolato “pensiero del papà”, contiene anche altre annotazioni sparse: «il soggetto», «legge italiana», «Sempio Andrea», «non è stato seguito dall’investigatore». Ma è l’ultima riga del foglio a colpire più di tutte.

La frase sospetta che riapre le indagini

Andrea Sempio, figura centrale nella nuova fase dell'inchiesta di Garlasco

«Una delle foto sembra proprio mio figlio Andrea».

Secondo Il Messaggero, questa frase potrebbe costituire “un elemento indiziario di enorme rilevanza” se collegata al materiale visivo raccolto durante le indagini. Inoltre, Leggo ricorda che il pizzino era già diventato noto per un altro dettaglio: la frase «Venditti archivia per 20-30 euro», che chiamerebbe in causa l’ex procuratore Mario Venditti, oggi indagato per corruzione in atti giudiziari.

Il documento, ora analizzato in ogni sua parte, potrebbe offrire nuove chiavi di lettura sui movimenti di Andrea Sempio nel periodo cruciale delle indagini. Un dettaglio che riporta il caso sotto i riflettori e alimenta nuove domande.

Le ammissioni di Giuseppe Sempio e i nuovi dubbi

Come riferito ancora da Leggo, Giuseppe Sempio ha ammesso di aver scritto personalmente il foglietto, ma ha precisato di non ricordare il motivo dei riferimenti economici presenti. La moglie, invece, ha negato qualsiasi pagamento all’ex procuratore. Dichiarazioni che lasciano spazio a molte ombre e poche certezze.

Nel racconto de Il Messaggero, i familiari e i legali di Andrea Sempio — ospiti del programma “Quarto Grado” — hanno spiegato che il biglietto è finito nell’inchiesta sulla presunta corruzione che coinvolge Venditti. Tuttavia, il padre non ha saputo chiarire il significato delle cifre annotate.

Le ipotesi della Procura di Pavia

La Procura di Pavia analizza ora il documento per capire se si tratti di una semplice riflessione personale o se nasconda elementi concreti legati a fatti mai del tutto chiariti. La frase finale — «Una delle foto sembra proprio mio figlio Andrea» — resta quella più delicata, un possibile tassello chiave nel nuovo esame del caso.

L'avvocato Massimo Lovati, uno dei difensori di Andrea Sempio

Le tensioni nella difesa di Andrea Sempio

Parallelamente, il pizzino ha acceso tensioni anche tra i difensori di Andrea Sempio. Le dichiarazioni dell’avvocato Massimo Lovati hanno provocato attriti con la collega Angela Taccia, che in diretta su La7, nel programma “Ignoto X”, ha definito la propria posizione “difficile e delicata”.

Taccia, pur riconoscendo la bravura del collega — «È bravissimo sul piano processual-penalistico» — lo ha descritto come «genio e sregolatezza». Ha poi annunciato un incontro chiarificatore: «Oggi ci incontreremo per fare il punto della situazione». Le sue parole, riportate da Leggo, lasciano intendere un clima teso all’interno del team difensivo, diviso tra prudenza legale e protagonismo mediatico.

Questa spaccatura non solo complica la strategia della difesa, ma aggiunge un ulteriore livello di complessità a un caso che, dopo anni, continua a dividere opinione pubblica e giustizia.

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