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“Gravissimo in ospedale, non mangiateli”. Allarme botulino in Italia: fare molta attenzione

Pubblicato: 09/10/2025 12:26
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Un ritorno a casa che poteva trasformarsi in tragedia. Un gesto semplice e affettuoso, come portare con sé una conserva fatta in casa dopo una visita ai parenti, si è rivelato quasi fatale per un uomo residente a Torino. È stato solo grazie al rapido intervento dei medici dell’ospedale Martini e alla prontezza del sistema sanitario che la situazione non si è conclusa nel peggiore dei modi.
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Il protagonista di questa vicenda è un uomo di circa quarant’anni, colpito da una grave forma di intossicazione da botulino subito dopo il rientro da un viaggio in Calabria, dove aveva trascorso alcuni giorni in compagnia della famiglia. Non sapeva che dentro quel barattolo di funghi sottolio, apparentemente innocuo, si nascondeva un pericolo potenzialmente letale.

I primi sintomi dopo il consumo della conserva

Pochi giorni dopo il rientro a Torino, l’uomo ha cominciato ad avvertire i primi segnali di malessere: difficoltà a deglutire, visione doppia, vomito ripetuto e secchezza delle fauci. Sintomi che non lasciavano spazio a molte interpretazioni per i medici del pronto soccorso dell’ospedale Martini, dove il paziente si è recato in condizioni sempre più gravi.

Dopo i primi accertamenti, è emersa una diagnosi compatibile con botulismo alimentare, una forma di intossicazione rara ma estremamente pericolosa, causata dalla tossina botulinica prodotta dal Clostridium botulinum, un batterio che si sviluppa in condizioni anaerobiche, spesso proprio nei prodotti conservati artigianalmente senza adeguate precauzioni.

Trasferito in rianimazione e allertato il Centro antiveleni

Vista la gravità del quadro clinico, i sanitari hanno deciso di trasferire l’uomo nel reparto di rianimazione, attivando nel contempo una segnalazione d’urgenza al Centro antiveleni di Pavia, l’unico in grado di fornire rapidamente l’antidoto necessario per contrastare gli effetti della tossina botulinica.

Parallelamente, il Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) dell’Asl Torino ha avviato un’indagine per rintracciare le altre confezioni della stessa conserva. È infatti emerso che il prodotto artigianale era stato distribuito anche ad altri familiari residenti in diverse regioni italiane, ampliando il rischio di una possibile contaminazione multipla.

Rientrato a casa dopo settimane di cure

L’uomo è stato ricoverato per diversi giorni, ma fortunatamente il suo organismo ha risposto bene alle cure. A inizio ottobre è stato dimesso dall’ospedale Martini e ha potuto fare ritorno a casa. Il peggio è passato, ma resta la forte preoccupazione per un episodio che poteva finire molto diversamente.

Un destino fortunato, se confrontato con quanto accaduto nei mesi estivi in altre regioni del Sud, come Calabria e Sardegna, dove alcuni casi di botulismo si sono conclusi con il decesso dei pazienti. Episodi che avevano già acceso un faro su un rischio spesso sottovalutato, quello della produzione casalinga di conserve senza seguire rigorosi standard di sicurezza alimentare.

Conservare in sicurezza: il botulino non perdona

Il caso riaccende l’attenzione su un tema che riguarda molte famiglie italiane: la tradizione di conservare alimenti in casa, soprattutto in contesti rurali o durante le vacanze nelle regioni del Sud. Una pratica diffusa, ma che può diventare pericolosa se non si rispettano norme igienico-sanitarie e tecniche di sterilizzazione adeguate.

Il botulismo è una patologia rara ma gravissima: basta una quantità microscopica di tossina botulinica per causare sintomi neurologici severi e potenzialmente letali. In Italia, i casi sono pochi ogni anno, ma spesso associati proprio a prodotti sottolio o sottovuoto preparati in modo artigianale.

Le autorità sanitarie continuano a raccomandare massima cautela nella preparazione e nel consumo di alimenti non commerciali. Le conserve devono essere preparate seguendo procedure sicure: bollitura dei vasetti, uso di acidi (come l’aceto) per abbassare il pH, e attenzione alla conservazione a freddo quando necessario. Se il tappo del barattolo è gonfio, se c’è presenza di gas, odori insoliti o muffe, il consiglio è sempre uno: non consumare.

Un caso che diventa monito per tutti

L’episodio di Torino non è solo un caso clinico risolto con successo. È anche un monito importante per chi continua a sottovalutare i pericoli legati a certe pratiche alimentari domestiche. La tossina botulinica è una delle più potenti al mondo: invisibile, inodore e insapore, ma capace di compromettere il sistema nervoso in poche ore.

Il paziente salvato all’ospedale Martini può considerarsi fortunato. Il suo caso è stato gestito con prontezza, competenza e coordinamento tra strutture mediche e sanitarie. Ma la vera prevenzione parte da casa, dalla consapevolezza dei rischi e dal rispetto delle regole igieniche nella preparazione dei cibi. Perché a volte basta un barattolo di funghi per mettere in pericolo una vita.

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