Vai al contenuto

Teschi trafugati dal cimitero in Italia, poi la scoperta shock: cosa volevano farci, allucinante

Pubblicato: 09/10/2025 17:53

OSTELLATO (Ferrara) – Una vicenda dai contorni macabri e surreali ha scosso la provincia di Ferrara: una coppia di fidanzati, lui 34 anni, lei 33, è finita davanti al giudice con l’accusa di sottrazione di cadavere aggravata, dopo aver rubato due teschi umani dall’ossario del cimitero di Ostellato per farne paralumi artigianali per la loro casa. Il procedimento giudiziario si è però concluso con un non luogo a procedere per tenuità del fatto.

I fatti risalgono al novembre 2023, quando venne segnalato un furto nell’ossario comunale. Alcuni mesi dopo, nel gennaio 2024, il proprietario di un casolare ha denunciato il ritrovamento di due teschi all’interno dell’abitazione, precedentemente occupata dalla figlia e dal compagno. I carabinieri di Porto Maggiore, allertati, hanno contattato i due, che hanno ammesso senza esitazione il furto, spiegando di aver agito per realizzare due lampade decorative.

La notizia ha suscitato sgomento e interrogativi, anche nel mondo accademico. Secondo il professor Claudio Mencacci, psichiatra e co-presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, l’episodio rivela una forte componente di fascinazione morbosa per la morte: «Un gesto condannabile, che riflette probabilmente un feticismo necrofilo o una ricerca estrema di sensazioni forti».

Mencacci sottolinea anche la particolarità che il gesto sia stato compiuto da una coppia e non da un singolo individuo. «Questo può indicare un consolidamento trasgressivo del legame, un rafforzamento della relazione attraverso atti che infrangono le norme sociali – spiega –. Potrebbe trattarsi di una forma estrema di sensation seeking, ovvero la ricerca patologica di emozioni forti».

Lo psichiatra avanza anche l’ipotesi che ci siano alla base dinamiche legate a parafilie: «Il fatto di voler trasformare i teschi in oggetti d’arredo suggerisce una forma di estetizzazione del macabro, forse riconducibile a una parafilia necrofila. C’è il piacere, per quanto deviato, di possedere qualcosa che rappresenta la finitudine umana».

«Il comportamento – precisa Mencacci – rientra comunque in un quadro di condotta antisociale. Al di là delle fantasie o dei gusti estetici, resta un atto grave, inaccettabile sul piano etico, culturale e civile. Non è solo una trasgressione, è un’invasione del sacro e del rispetto dovuto ai defunti».

Sul piano legale, però, la giustizia ha scelto la via del proscioglimento, riconoscendo la tenuità del fatto. Una decisione che fa discutere, ma che si basa sul codice penale italiano, che prevede la possibilità di non procedere quando l’offesa è minima, pur trattandosi di un reato formalmente riconosciuto.

La sentenza lascia aperti interrogativi più ampi: fino a che punto la libertà personale può spingersi nella ricerca di uno stile di vita “dark”? E come prevenire che gesti del genere si ripetano in futuro, magari in contesti ancora più estremi? Intanto, la vicenda entra a pieno titolo tra le più inquietanti cronache giudiziarie italiane degli ultimi anni.

L’ossario di Ostellato è stato nel frattempo messo sotto sorveglianza, e il comune ha avviato una verifica generale sulla sicurezza dei cimiteri locali, per evitare ulteriori episodi simili. Resta però l’amarezza di un gesto che ha profondamente urtato la sensibilità collettiva.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure