
GAZA – Dopo settimane di tensione e trattative sotterranee, Israele e Hamas hanno firmato un accordo per lo scambio degli ostaggi, un passo concreto verso il cessate il fuoco a Gaza. A facilitare l’intesa, un ruolo determinante lo ha avuto Donald Trump, che ha lavorato a un piano in 20 punti elaborato dalla Casa Bianca.
Il patto, considerato la base per una pace duratura, rappresenta una vittoria diplomatica per Trump. Tuttavia, il successo potrebbe essere arrivato fuori tempo massimo per garantirgli il Premio Nobel per la Pace 2025, tanto desiderato dall’ex presidente americano.
A chiarire i tempi è stato lo stesso Comitato norvegese per il Nobel, che ha spiegato come l’ultima riunione decisiva si sia svolta lunedì scorso, ben prima dell’annuncio dell’accordo tra Hamas e Israele. Un dettaglio che potrebbe aver escluso Trump dalla lista dei potenziali vincitori.
Il portavoce del Comitato ha confermato che non ci saranno ulteriori incontri prima della proclamazione ufficiale del vincitore, prevista per venerdì 10 ottobre alle ore 11. Il tempo, quindi, gioca contro il tycoon, che avrebbe potuto essere premiato se l’accordo fosse arrivato anche solo pochi giorni prima.

Il Comitato per il Nobel ha inoltre smentito le voci secondo cui il premio potesse non essere assegnato per ragioni geopolitiche. “Quest’anno ci sarà un vincitore”, ha assicurato, respingendo ogni ipotesi di congelamento del premio in seguito alle crisi globali in corso.
Donald Trump, da parte sua, continua a rivendicare un ruolo centrale nella risoluzione di conflitti internazionali. “Merito il Nobel per la Pace”, ha ripetuto in più occasioni, definendo un eventuale rifiuto come un “insulto agli Stati Uniti“.
A sostegno della sua candidatura, anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che avrebbe personalmente segnalato il ruolo di Trump nella trattativa di Gaza. Un sostegno pesante, che però rischia di non bastare a convincere la giuria.
Secondo fonti diplomatiche, la candidatura di Trump sarebbe stata presa seriamente in considerazione, ma il ritardo nella firma dell’accordo con Hamas ha compromesso ogni possibilità. La diplomazia, anche quando efficace, deve fare i conti con il calendario.
A meno di colpi di scena dell’ultima ora, il Premio Nobel per la Pace 2025 andrà in un’altra direzione. Per Donald Trump, che da tempo aspira al riconoscimento, resta l’amaro in bocca – e forse un’occasione persa che difficilmente tornerà.