
Il silenzio pomeridiano è stato rotto non da un suono, ma da una vibrazione, un sussulto improvviso e inaspettato che ha fatto vibrare i vetri delle finestre e ha tremato leggermente il pavimento. Era il segnale, breve ma inequivocabile, che la terra sotto i piedi ha deciso di muoversi.
Molti si sono guardati intorno, sorpresi e con un velo di inquietudine, mentre l’aria si è caricata di un’improvvisa tensione. Quasi prima di potersi riprendere dallo stupore, un secondo, più deciso tremore li ha raggiunti, più forte del primo, lasciando in bocca il sapore acre della paura. E poi, a chiudere la sequenza, un ultimo, debole respiro del sottosuolo, un leggero ondeggiamento che ha confermato l’accaduto. In appena tre minuti, la terra ha lanciato il suo triplice avvertimento.
Terremoto in provincia di Cuneo
La tranquillità pomeridiana della Valle Stura, in provincia di Cuneo, è stata interrotta nel tardo pomeriggio da una tripla sequenza sismica che ha messo in allerta la popolazione locale. L’evento, pur non avendo causato danni a persone o cose, è stato chiaramente percepito su un’area geografica piuttosto estesa, toccando diverse valli e centri abitati limitrofi. La particolarità di questo sciame sismico risiede nella stretta successione temporale delle tre scosse, concentrate in un intervallo di appena tre minuti. La natura superficiale dell’ipocentro e la sua localizzazione hanno contribuito a rendere avvertibili anche scosse di bassa magnitudo.
I dati relativi al triplo sussulto sono stati prontamente registrati e diffusi dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’ente preposto al monitoraggio dell’attività sismica sul territorio italiano. La prima scossa, il segnale d’apertura della sequenza, è stata rilevata esattamente alle 19:22. Un solo minuto più tardi, alle 19:23, si è verificata la seconda e più intensa vibrazione. A chiudere il breve ma intenso fenomeno, è stata la terza scossa, registrata alle 19:25. L’epicentro di tutte e tre le scosse è stato localizzato nel comune di Demonte, un centro nevralgico della Valle Stura.
Le magnitudo delle scosse sono state classificate come lievi, ma sufficienti a generare preoccupazione tra i residenti. La prima ha raggiunto una magnitudo di 2.7, mentre la seconda, avvenuta a brevissima distanza, ha toccato il valore di 2.8, rappresentando il picco di intensità dell’evento. La terza scossa, quella delle 19:25, si è rivelata notevolmente più debole, con una magnitudo di appena 0.9. Un dato cruciale per comprendere la percezione del tremore è la profondità dell’ipocentro, stimata a soli 6 km per l’ultima scossa (e verosimilmente simile per le precedenti, data la localizzazione e l’orario), un valore considerato molto superficiale. È noto, infatti, che i terremoti superficiali, anche se di bassa intensità, tendono a essere avvertiti in modo più netto rispetto a quelli più profondi, amplificando la sensazione di sussulto.
L’estensione dell’area di percezione
Nonostante le basse intensità strumentali registrate, i movimenti tellurici sono stati distintamente avvertiti in un’ampia area pedemontana e valliva. Il cuore della percezione è stata ovviamente l’intera Valle Stura, dove l’epicentro ha generato la massima risonanza. Tuttavia, le vibrazioni si sono propagate efficacemente anche oltre i confini strettamente vallivi.
La percezione si è estesa fino alle vicine località di Valdieri ed Entracque, situate nella Valle Gesso, a testimonianza di come l’energia sismica abbia attraversato le dorsali montuose. Inoltre, il tremore è stato segnalato anche nella Valle Grana e, in particolare, nel centro abitato di Borgo San Dalmazzo, un comune di una certa importanza che funge da porta d’accesso per diverse valli cuneesi. La vasta area interessata dalla percezione ha evidenziato l’efficacia con cui le onde sismiche, originate da un ipocentro così superficiale, riescono a viaggiare attraverso la crosta terrestre locale. Fortunatamente, in nessuna delle aree coinvolte sono stati segnalati danni di alcun tipo, né a persone né a cose, confermando che la magnitudo, pur essendo percepibile, era ben al di sotto della soglia di pericolosità strutturale.
Contesto sismico e rassicurazioni
Il territorio cuneese e, in generale, l’arco alpino occidentale, non sono estranei a fenomeni sismici di bassa e media intensità. La regione fa parte di un’area sismogeneticamente attiva, sebbene storicamente caratterizzata da una sismicità minore rispetto ad altre zone d’Italia, come l’Appennino centrale o meridionale. L’evento di Demonte si inserisce in questo contesto di sismicità ‘di fondo’ tipica delle Alpi Occidentali.
La rapidità della sequenza (tre scosse in tre minuti) e la successiva debolezza della terza scossa, quasi un assestamento, sono elementi che tendono a rassicurare gli abitanti, indicando che si è trattato di un fenomeno puntuale e di lieve entità. L’importanza del monitoraggio continuo dell’INGV risiede proprio nella capacità di registrare e analizzare in tempo reale anche queste scosse minori. Tali dati sono fondamentali per la prevenzione e la comprensione della geodinamica locale, contribuendo a mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza sismica del patrimonio edilizio e delle infrastrutture, pur in assenza di danni immediati. La popolazione è invitata a mantenere la calma e a fare sempre riferimento alle fonti ufficiali per qualsiasi informazione relativa a eventi sismici.