
L’ex procuratrice generale di Milano, Laura Barbaini, ha rotto il silenzio mantenuto finora, scegliendo di replicare alle dichiarazioni emerse durante la trasmissione televisiva ‘Ore 14’ in merito alla riapertura delle indagini su Andrea Sempio, persona indicata dalla difesa di Alberto Stasi come possibile colpevole alternativo nell’omicidio di Chiara Poggi. La sua complessa nota mira a chiarire la posizione della Procura Generale di Milano rispetto agli elementi investigativi presentati dalla difesa di Stasi nel 2016, ribadendo la non idoneità di tali elementi a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo a Stasi, condannato in via definitiva e che sta scontando una pena detentiva di 16 anni.
Il punto centrale della nota di Laura Barbaini riguarda la valutazione da lei operata sull’istanza presentata dai difensori di Alberto Stasi in data 13 dicembre 2016 presso l’Ufficio della Procura Generale di Milano. Questa istanza comunicava l’incarico conferito il 29 settembre 2016 alla SKP Investigazioni & Servizi di Sicurezza srl per lo svolgimento di investigazioni difensive. L’obiettivo di tali investigazioni era quello di produrre nuovi elementi che potessero potenzialmente scagionare Stasi dalla condanna per l’omicidio di Chiara Poggi, pronunciata in via definitiva dalla Corte di Assise di Appello di Milano con sentenza del 17 dicembre 2014. La difesa mirava, attraverso questi nuovi dati, a stimolare una revisione del processo.
Il tentativo di riaprire il caso e l’istanza della difesa Stasi
Il punto centrale della nota di Laura Barbaini riguarda la valutazione da lei operata sull’istanza presentata dai difensori di Alberto Stasi in data 13 dicembre 2016 presso l’Ufficio della Procura Generale di Milano. Questa istanza comunicava l’incarico conferito il 29 settembre 2016 alla SKP Investigazioni & Servizi di Sicurezza srl per lo svolgimento di investigazioni difensive. L’obiettivo di tali investigazioni era quello di produrre nuovi elementi che potessero potenzialmente scagionare Stasi dalla condanna per l’omicidio di Chiara Poggi, pronunciata in via definitiva dalla Corte di Assise di Appello di Milano con sentenza del 17 dicembre 2014. La difesa mirava, attraverso questi nuovi dati, a stimolare una revisione del processo.
La valutazione della procura generale e la decisione di trasmettere gli atti
La Procura Generale di Milano, guidata allora da Barbaini, procedette a una valutazione della portata degli elementi che erano stati enucleati e raccolti nella Relazione delle indagini private prodotta dagli investigatori della difesa. All’esito di questa analisi, la Procura Generale ritenne che non fossero emersi elementi idonei ad attivare, su iniziativa della Procura stessa, i poteri di revisione del processo. È importante sottolineare che la Procura prese anche atto che la stessa difesa non aveva attivato i suoi autonomi poteri per la revisione.
Tuttavia, pur non riscontrando elementi sufficienti per una iniziativa diretta alla revisione, la Procura Generale ritenne necessario che i nuovi elementi venissero vagilati da un Organo investigativo funzionalmente preposto allo svolgimento di attività di indagine.
Di conseguenza, in data 20 dicembre 2016, la Procura Generale di Milano dispose la trasmissione degli atti con una duplice finalità:
- Trasmissione di copia dell’istanza alla Procura di Brescia, in quanto autorità giudiziaria competente per la revisione, affinché prendesse atto che la difesa aveva comunque richiesto l’attivazione dei poteri di revisione.
- Trasmissione di copia dell’istanza e degli atti allegati al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, per lo svolgimento delle indagini necessarie a verificare l’esistenza e la fondatezza degli elementi indicati dalla difesa di Stasi.
Questa mossa segnò l’inizio di una nuova fase istruttoria volta a esaminare la credibilità e la rilevanza degli elementi che avrebbero dovuto scagionare il condannato.
L’approfondimento richiesto dalla procura di Pavia su Andrea Sempio
Lo sviluppo successivo si verificò il 22 dicembre 2016, quando il Procuratore aggiunto Mario Venditti della Procura di Pavia si recò personalmente presso l’Ufficio della Procuratrice Generale per acquisire la documentazione relativa all’istanza della difesa. In quell’occasione, come prassi consolidata, il Procuratore Aggiunto richiese a Laura Barbaini una nota esplicativa-riassuntiva.
Tale nota era intesa a riepilogare quanto fosse eventualmente emerso sia nel corso del primo processo di appello sia nel processo d’appello bis specificamente in relazione alla posizione di Andrea Sempio. Sempio era, infatti, il soggetto individuato e menzionato nella Relazione delle indagini private come possibile responsabile alternativo. La richiesta mirava a ottenere un quadro complessivo delle risultanze processuali già cristallizzate, sfociate nella sentenza passata in giudicato, in modo da poter collocare e valutare in tale contesto la posizione del potenziale colpevole alternativo.
Nel mese di gennaio 2017, Laura Barbaini provvide a inviare al Procuratore Aggiunto di Pavia le osservazioni esplicative-riassuntive richieste.
La natura della nota esplicativa e la conferma della valutazione originaria
L’ex procuratrice generale ha tenuto a precisare la natura di questo documento inviato alla Procura di Pavia. Ella ha specificato che l’appunto richiestole non costituiva un atto giudiziario destinato a far parte del fascicolo processuale. Si trattava, invece, di un mero riepilogo delle numerose e complesse indagini che si erano protratte per anni, e dei dati emersi nelle varie sentenze che avevano portato alla condanna definitiva di Stasi. In virtù della sua natura di promemoria e riepilogo per il collega, Barbaini, che aveva rappresentato l’accusa nei processi a Stasi, inviò il documento alla mail dell’ufficio, “come d’uso”.
La sostanza di tale riepilogo era in perfetta coerenza con la valutazione che la Procura Generale aveva già espresso in precedenza. Il riepilogo, infatti, richiamava le risultanze processuali sulla base delle quali la stessa Barbaini aveva già ritenuto, attraverso i provvedimenti contestualmente adottati di trasmissione degli atti:
- che gli elementi contenuti nella Relazione delle indagini private;
- e i relativi allegati;
non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo rispetto ad Alberto Stasi, il soggetto condannato in via definitiva per l’efferato omicidio di Garlasco. La posizione espressa dalla ex procuratrice generale rimane, dunque, di piena fiducia nella validità del percorso giudiziario che ha portato alla condanna di Stasi.