
Dopo anni di silenzi e mezze parole, Roberto Freddi ha scelto di esporsi. Amico storico di Andrea Sempio – il giovane coinvolto nel caso Chiara Poggi, il tragico delitto di Garlasco – Freddi ha deciso di parlare apertamente davanti alle telecamere di Quarto Grado. Con voce ferma ma carica di emozione, racconta l’amicizia che lo lega a Sempio e il peso di una vicenda che, a distanza di diciotto anni, continua a dividere l’Italia.
Un caso che sembrava ormai archiviato, ma che torna a far discutere con nuovi interrogativi e vecchie ferite ancora aperte. E questa volta, il racconto arriva da chi ha vissuto tutto da vicino.
Un caso che non smette di far parlare
Gli ultimi sviluppi sul caso Garlasco hanno riportato sotto i riflettori un’indagine che continua a generare tensione e curiosità. La Procura di Pavia ha riaperto un nuovo filone d’inchiesta, concentrandosi su presunti pizzini e intercettazioni che potrebbero rivelare dettagli finora trascurati. Una svolta che riaccende l’attenzione mediatica e mette nuovamente sotto pressione la famiglia Sempio.
Chi conosce Andrea da sempre cerca ora di mantenere la calma, in un clima sempre più teso. Ogni parola conta, ogni gesto può essere interpretato. E la domanda rimane: come stanno affrontando tutto questo le persone più vicine a lui?


L’amicizia tra Freddi e Sempio
«Andrea innocente? Starò sempre dalla sua parte… fino a prova contraria». Con queste parole, Roberto Freddi ha voluto ribadire davanti alle telecamere di Rete 4 la sua posizione. Le sue dichiarazioni, riportate da Leggo, raccontano la prospettiva di chi ha vissuto da vicino un’amicizia segnata da sospetti e giudizi pubblici.
Freddi non nasconde la complessità della vicenda: «Qui non si sa cosa hanno in mano eh». E poi aggiunge, quasi con amarezza: «Chiedetevi perché nessuno si espone come sto facendo io. Perché non li andate a cercare?». Un invito a guardare oltre le versioni ufficiali e a non fermarsi alle apparenze.


Ricordi, domande e verità sospese
Nel racconto di Freddi riaffiorano ricordi di giorni normali, improvvisamente sconvolti dalla tragedia. Racconta di essere stato a casa «con i miei genitori» al momento del delitto e ricorda la vacanza a Punta Ala: «Non ho notato niente di strano nel comportamento di Andrea Sempio. Marco Poggi? Lo sentivamo tutte le sere e parlavamo di cazzate».
Freddi cerca di allontanare i sospetti di un legame sentimentale tra Sempio e Chiara: «Andrea non ne ha mai parlato. Chiara aveva sette anni in più di noi. 19 noi, 26 lei. È una differenza significativa», spiega. «Lei aveva una vita già avviata, aveva un lavoro, un fidanzato, era laureato e tutto. Noi c’eravamo diplomati quell’anno, nel 2007». Un divario che, secondo lui, rende improbabile ogni coinvolgimento sentimentale.
Il peso dell’indagine e il caso Stasi
Freddi si presenta come un testimone sereno ma consapevole della delicatezza delle indagini: «In procura bello sereno», racconta. «Mai entrato in camera sua. Non ho paura di aver lasciato il mio Dna». Parole che intendono trasmettere chiarezza e trasparenza in un contesto dove ogni dettaglio può cambiare tutto.
E poi il riferimento a Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi ma ancora al centro di interrogativi: «Ho augurato agli inquirenti buon lavoro. Perché è un lavoro veramente difficile, una responsabilità enorme. Perché pensare di risolvere oggi una cosa successa 18 anni fa è una bella responsabilità. Se verrà fuori che Stasi è innocente saranno ca**i amari».