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Hamas diserta la cerimonia di pace e prepara la resistenza

Pubblicato: 11/10/2025 19:46

L’organizzazione palestinese Hamas ha categoricamente respinto l’invito a partecipare alla cerimonia per la firma dell’accordo di pace a Gaza, come confermato da un dirigente del movimento all’agenzia di stampa AFP. Questa decisione sottolinea la profonda spaccatura e l’opposizione di Hamas al piano, in particolare per quanto riguarda una delle sue clausole più controverse.

Le critiche all’idea di espulsione

Un punto di attrito cruciale che ha alimentato il rifiuto di Hamas è l’ipotesi di espulsione dei suoi membri dalla Striscia di Gaza, una misura che sembrerebbe essere stata inclusa nel piano di pace avanzato dall’allora Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con l’obiettivo di concludere il conflitto nei territori palestinesi. Hossam Badran, un influente funzionario di Hamas, ha bollato tale proposta come “assurda” e “insensata” in una dichiarazione rilasciata all’AFP.

La sua posizione riflette la convinzione radicata all’interno dell’organizzazione che i suoi leader e membri abbiano il diritto inalienabile di rimanere nella loro terra. Badran ha enfaticamente ribadito che i capi di Hamas sono “sulla loro terra”, vivono “tra le loro famiglie e la loro gente” all’interno della Striscia di Gaza, e che è pertanto “naturale che rimangano lì”. Qualsiasi discussione sull’allontanamento dei palestinesi, a prescindere dalla loro affiliazione a Hamas, è considerata una proposta inaccettabile che mina i diritti fondamentali del popolo palestinese.

La minaccia di una pronta reazione

Oltre al netto rifiuto dell’accordo e delle sue clausole, Badran ha lanciato un avvertimento significativo riguardo alle potenziali conseguenze di un fallimento del processo di pace. Ha chiarito che Hamas è pronta a reagire con forza se l’accordo dovesse naufragare e se le ostilità con Israele dovessero riprendere nella Striscia di Gaza. Sebbene abbia espresso la speranza di “non tornare alla guerra”, il funzionario ha sottolineato la determinazione del movimento di resistenza. Ha dichiarato che il “popolo palestinese e la forza di resistenza senza dubbio affronteranno e useranno tutte le loro capacità per respingere questa aggressione se questa battaglia verrà imposta”.

Questo è un messaggio inequivocabile: in caso di ripresa del conflitto, Hamas si difenderà con tutte le risorse a sua disposizione. La posizione di Hamas è che se il piano degli Stati Uniti per porre fine al conflitto dovesse fallire, la resistenza sarebbe l’unica via. “Speriamo di non tornare alla guerra, ma il popolo palestinese e le forze della resistenza sicuramente useranno tutte le loro capacità per respingere un’eventuale aggressione”, ha ribadito Badran, evidenziando la volontà di risposta armata in caso di necessità.

Il ripristino del controllo territoriale

In parallelo a queste dichiarazioni di ferma opposizione politica e militare, Hamas ha intrapreso azioni concrete sul campo per riaffermare la sua autorità e il controllo sulla Striscia di Gaza. L’organizzazione ha richiamato circa 7.000 membri delle sue forze di sicurezza per prendere il controllo delle aree da cui le truppe israeliane si sono recentemente ritirate.

Questa mossa strategica mira a colmare rapidamente il vuoto di potere e a consolidare la sua presenza amministrativa e di sicurezza. Inoltre, Hamas ha proceduto alla nomina di cinque nuovi governatori. Tutti i nuovi nominati possiedono una significativa esperienza militare, e alcuni in precedenza hanno ricoperto ruoli di comando in brigate del braccio armato di Hamas. Questi nuovi governatori avranno il compito di supervisionare le operazioni nelle rispettive aree, un segnale evidente della volontà di Hamas di mantenere una solida struttura di governo e di sicurezza sul territorio, integrando l’esperienza militare con l’autorità civile per garantire un controllo saldo e un’efficace gestione post-bellica. Questa riorganizzazione interna rafforza la posizione di Hamas come attore dominante e inamovibile a Gaza.

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