
La notizia si è diffusa rapidamente, gettando un’ombra di lutto e sgomento su una tranquilla comunità del Sud Italia. Due vite stroncate, un anziano di 98 anni e la sua assistente domiciliare, una donna romena di 44 anni, sono stati trovati privi di vita all’interno di un appartamento avvolto dal fumo e dalle fiamme.
La scena, scoperta dai soccorritori dopo una chiamata d’allarme, raccontava una tragedia consumatasi nel silenzio della notte o delle prime ore del mattino. L’allarme era scattato dalla preoccupazione di un parente che, non riuscendo più a mettersi in contatto con l’uomo, aveva richiesto l’intervento urgente. Quando i vigili del fuoco hanno fatto irruzione nell’abitazione, hanno rinvenuto i corpi in due ambienti distinti. I primi riscontri hanno suggerito una causa di morte atroce, ma purtroppo comune in questi casi: l’inalazione fatale di fumo e gas tossici.
Il ritrovamento dei corpi e i primi sospetti
Una profonda inquietudine ha spinto un parente dell’anziano a lanciare l’allarme. Il prolungato e inspiegabile silenzio del congiunto, unito a un presagio nefasto, ha portato alla richiesta di soccorso. L’intervento dei vigili del fuoco è stato immediato e drammatico. Una volta forzata la porta dell’appartamento, situato a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, i soccorritori si sono trovati di fronte all’evidenza di una tragedia consumata.
I corpi del 98enne e della sua badante romena di 44 anni giacevano in due stanze differenti. Questa dislocazione ha subito indirizzato le ipotesi investigative. Nonostante l’incendio, il decesso di entrambi non sembra essere avvenuto per ustioni dirette, bensì per asfissia dovuta all’inalazione di fumo, un agente letale che si diffonde in modo rapido e insidioso, specie durante le ore del riposo. Ogni tentativo di soccorso si è rivelato purtroppo vano.
L’origine probabile dell’incendio
Le indagini successive si sono concentrate sulla ricostruzione dell’evento che ha scatenato la devastazione. L’area focale dell’incendio è stata individuata nella stanza in cui riposava l’anziano. L’ipotesi al momento più accreditata e probabile, in attesa di conferme definitive dagli accertamenti tecnici, è che il rogo sia stato innescato da un corto circuito di una stufa elettrica. Si tratta di apparecchi talvolta insidiosi, il cui malfunzionamento può trasformarsi in una miccia per esiti catastrofici.
Le fiamme, partite con ogni probabilità da questo guasto elettrico, hanno aggredito e carbonizzato il letto dell’uomo e diversi arredi circostanti. Sebbene l’altra stanza, dove è stata trovata la badante, non fosse direttamente interessata dal fuoco vivo, la nube tossica sprigionata dai materiali combusti ha saturato l’intera abitazione, sigillando il destino delle due vittime.
Le vittime colte nel sonno
Il tragico epilogo è stato aggravato dal fatto che il rogo si è sviluppato in un momento di assoluta inconsapevolezza per i due occupanti. Al momento dell’innesco, l’appartamento era chiuso a chiave, confermando che all’interno vi erano solo le due vittime. La condizione più fatale è stata che entrambe stavano dormendo quando il corto circuito ha innescato l’incendio. Il sonno ha impedito loro di percepire in tempo il pericolo imminente e di tentare una via di fuga. La rapidità con cui il fumo letale si è diffuso ha annullato ogni possibilità di salvezza.
La stufa elettrica, pensata per portare calore e conforto in casa, si è trasformata in un micidiale strumento di morte a causa di un guasto tecnico, ponendo tragicamente fine alle vite di un uomo quasi centenario e della donna che si prendeva cura di lui. Le autorità continuano a lavorare per definire con precisione assoluta la dinamica del disastro e le cause ultime che hanno portato alla morte per inalazione.