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Papa Leone XIV scuote i leader mondiali e invoca il disarmo totale

Pubblicato: 11/10/2025 20:13

Dalla Città del Vaticano, un appello risuona con forza nel cuore della cristianità: l’audacia del disarmo. La frase evangelica, “Metti via la spada,” non è solo un monito storico ma una parola vibrante e attuale che Papa Prevost rivolge specificamente ai potenti del mondo, a coloro che detengono il potere e guidano le sorti delle nazioni. Li esorta ad avere il coraggio e la lungimiranza di intraprendere la via del disarmo, non solo militare ma anche interiore.

L’anniversario e la preghiera per la pace

La cornice di questa veglia di preghiera è particolarmente significativa. Migliaia di fedeli sono confluiti in piazza San Pietro, radunati attorno alla statua originale della Madonna di Fatima, icona di speranza e richiamo alla conversione. L’occasione è l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, avvenuta l’11 ottobre 1962, una data storica culminata nel memorabile “discorso alla luna” di Giovanni XXIII, una “grande giornata di pace.” Questo richiamo conciliare sottolinea la continuità dell’impegno della Chiesa per la pace e il dialogo nel mondo moderno.

Il tributo a Maria è stato solenne. Leone XIV ha deposto una rosa d’oro in omaggio alla Vergine, invocandola affinché, sotto la sua protezione materna, l’umanità possa imparare a vivere da fratelli e sorelle, trasformando un mondo lacerato da lotte e discordie in una fucina di artigiani di pace.

Non stancarsi di intercedere

Il Papa, nella sua profonda meditazione, ha ribadito il senso della preghiera collettiva: “Cari fratelli e sorelle, siamo raccolti in preghiera, questa sera, insieme con Maria,” replicando la consuetudine della prima Chiesa di Gerusalemme. Questo raduno non è un evento isolato, ma un atto di perseveranza e concordia. L’esortazione è a non stancarsi di intercedere per la pace, un bene che è al contempo dono di Dio ma che esige di diventare conquista e impegno attivo di ogni individuo.

Papa Prevost ha richiamato le parole essenziali di Maria di Nazareth alle nozze di Cana: “qualsiasi cosa vi dica, fatela.” Tra le parole di Gesù che non possono essere ignorate, quella rivolta a Pietro nell’orto degli ulivi, “Metti via la spada,” risuona come un imperativo categorico nella veglia per la pace. È un comando che impone di disarmare la mano e, ancor prima, il cuore.

Il Papa ha fornito una lucida definizione di cosa sia la vera pace: “La pace è disarmata e disarmante.” Non può essere confusa con la deterrenza, ma si basa sulla fratellanza. Non è un ultimatum, ma un dialogo sincero. La pace, ha chiarito, non nascerà come frutto di vittorie sul nemico, ma sarà il risultato di una semina paziente di giustizia e di un coraggioso perdono.

Disarmare prima di tutto il cuore

L’appello al disarmo, sebbene indirizzato anzitutto ai potenti, si estende in modo inevitabile e personalea ciascuno di noi“. La riflessione del Pontefice ci spinge a una presa di coscienza radicale: per nessuna idea, per nessuna fede, per nessuna politica è lecito uccidere. La priorità assoluta è, dunque, disarmare prima di tutto il cuore. Senza la pace interiore, è impossibile donare la pace al mondo esterno.

Leone XIV ha quindi elevato il tono a una solenne rilettura del potere secondo il Vangelo. Mentre i grandi del mondo si affannano a costruire imperi basati sul potere e il denaro, Gesù comanda: “voi però non fate così.” Il Maestro offre un modello di potere capovolto: Egli non possiede troni, ma si cinge di un asciugamano e s’inginocchia ai piedi di ciascuno. Il suo “impero” è l’umile spazio sufficiente per lavare i piedi dei suoi amici e prendersi cura di loro.

Il cambio di prospettiva: Guardare il mondo dal basso

Il messaggio di Papa Prevost culmina nell’esortazione a un cambiamento radicale di prospettiva. È necessario acquisire un punto di vista diverso, imparare a guardare il mondo dal basso, con gli occhi di chi soffre, e non con l’ottica dei grandi. La storia deve essere osservata con lo sguardo dei piccoli, e non con la prospettiva dei potenti.

L’interpretazione degli avvenimenti storici, ha sottolineato il Papa, deve passare attraverso il punto di vista della vedova, dell’orfano, dello straniero, del bambino ferito, dell’esule, del fuggiasco, di chi fa naufragio, del povero Lazzaro, gettato alla porta del ricco epulone. Questa è l’unica strada percorribile. Senza questa inversione di sguardo, “non cambierà mai niente,” e non sorgerà mai un tempo nuovo, un regno di giustizia e di pace.

Le infinite croci del mondo

L’attualità dei conflitti getta un’ombra drammatica sull’appello. Il mondo è lacerato da una cinquantina di conflitti attivi, dal Medio Oriente all’Ucraina, senza dimenticare le tante guerre spesso dimenticate dai media internazionali.

Il Papa ha ricordato con dolore le recenti e brutali violenze in luoghi come il Mozambico, dove i cristiani sono vittime della violenza jihadista, con chiese date alle fiamme, rapimenti di bambini e decapitazioni di fedeli.

Leone XIV ha concluso invitando i fedeli a guardare alla Madre di Gesù e al piccolo gruppo di donne coraggiose che rimasero presso la Croce. Questo esempio deve insegnare a sostare anche noi accanto alle infinite croci del mondo, là dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli e sorelle, per portarvi conforto, comunione e aiuto concreto.

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