
Un nuovo scontro tra due volti noti del giornalismo e dell’intrattenimento italiano infiamma i social: stavolta al centro del botta e risposta ci sono David Parenzo e Selvaggia Lucarelli, protagonisti di uno scambio al vetriolo su X (ex Twitter). Una polemica nata da un post ironico e culminata in accuse pesanti tra minacce legali, doppi standard e riferimenti personali.
Tutto comincia con un messaggio pubblicato da Parenzo, che prende di mira Lucarelli con toni sferzanti e un’ironia carica di veleno. Nel mirino ci sarebbe un presunto “scoop” diffuso da Lucarelli, secondo cui il conduttore radiofonico si sarebbe attivato con il proprio legale contro utenti social colpevoli di insulti o minacce. “La signora Selvaggia (di nome) e Lucarelli (di cognome)”, scrive Parenzo, “oggi pubblica un scoop: ‘se lo insultano o minacciano Parenzo chiama l’Avvocato’. Questo genio del giornalismo italiano – una sorta di Ispettore Clouseau in gonna (non c’è sessismo, è fattuale) – dimentica i suoi di risarcimenti (sotto pubblico un estratto).”
Doppio standard e stile al vetriolo
Nel lungo post, Parenzo accusa Lucarelli di avere una doppia morale, riferendosi ai risarcimenti richiesti da lei in passato in casi di diffamazione. Secondo il conduttore di Radio 24, ci sarebbe una disparità di giudizio tra gli insulti ricevuti da lui e quelli subiti dalla giornalista. “Chi insulta Selvaggia merita di pagare 10 mila euro di risarcimento, chi insulta il sottoscritto è nel giusto”, prosegue Parenzo, che conclude ironicamente con un invito: “Se vi serve un bravo avvocato chiamatemi, come avete visto il mio non è niente male.”
Non manca l’affondo finale, condito da sarcasmo e metafore canino-aggressive: “Ed ecco poi il Chihuahua che si crede Dobermann che mi attacca con il suo solito impeccabile stile. In sintesi: siete assolti per non aver compreso il Fatto.”
Il povero Parenzo, dopo una vita che sguazza e fattura grazie a un programma radiofonico la cui cifra è l’insulto, è stato beccato con le mani nella marmellata a chiedere soldi col sistema ambiguo delle letterine dei legali mandate a casa della gente e accusa me di fare quello… https://t.co/EB5mds8ZZP
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) October 15, 2025
La replica tagliente di Selvaggia Lucarelli
Immediata e durissima la risposta di Selvaggia Lucarelli, che non si limita a difendersi, ma attacca frontalmente il collega. In un lungo post, la giornalista e opinionista accusa Parenzo di aver costruito parte della propria visibilità su un programma in cui l’insulto è la regola. “Il povero Parenzo, dopo una vita che sguazza e fattura grazie a un programma radiofonico la cui cifra è l’insulto, è stato beccato con le mani nella marmellata a chiedere soldi col sistema ambiguo delle letterine dei legali mandate a casa della gente”, scrive Lucarelli.
Nel suo messaggio, la giornalista sottolinea la differenza tra le sue azioni legali, definite trasparenti e affidate al giudizio di un tribunale, e quelle di Parenzo, che a suo dire utilizzerebbe un sistema “ambiguo” per ottenere compensi da semplici utenti della rete.
“È talmente ignorante da paragonare il suo ambiguo sistema per fatturare chiedendo soldi perfino a gente che commenta “” a una delle sue tante perle (non si vergogna neppure un po’?) al mio essermi (raramente) rivolta a un giudice per stabilire se un commento fosse diffamatorio o no.”
Insulti personali e accuse gravi
Lucarelli non si ferma e entra nel merito del caso citato da Parenzo, precisando che la persona condannata a risarcirla per insulti non avrebbe mai pagato e che, al contrario, lei avrebbe sostenuto spese legali per migliaia di euro. Inoltre, precisa che non si trattava di semplici emoticon o commenti leggeri, ma di veri e propri insulti diretti a lei e al figlio minorenne, compresi riferimenti a presunte malattie inventate e minacce.
“La tizia non commentava con l’emoticon del pagliaccio, ma insultava me e mio figlio ai tempi minorenni inventando sue malattie e minacciando.”
Chiude il messaggio con due frasi secche, che riassumono tutto il suo disprezzo nei confronti del collega: “Su Parenzo, studia. E vergognati.”

Un confronto che accende il dibattito online
Il confronto ha rapidamente acceso il dibattito tra follower, utenti, giornalisti e osservatori. Da un lato chi difende Parenzo, sostenendo il diritto di chiunque a tutelarsi legalmente dalle offese online. Dall’altro chi si schiera con Lucarelli, denunciando quella che viene percepita come una pratica scorretta, volta più a ottenere guadagni che a proteggere la propria reputazione.
Lo scontro riflette un tema più ampio e attuale: la gestione dell’odio online, la difficoltà nel tracciare il confine tra critica e diffamazione, e il ricorso – legittimo o strumentale – agli strumenti legali per affrontare lo scontro sui social. Entrambi i protagonisti sono noti per i toni taglienti e l’esposizione mediatica, ed è probabile che lo scontro non si concluda con questo scambio.