
«Siamo traumatizzati». È con queste parole che i parenti di Giovanni Cuvello, 73 anni, hanno raccontato il loro dolore in diretta a Chi l’ha visto?. L’uomo era scomparso dal pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, dove si era recato per problemi respiratori. È stato ritrovato morto dieci giorni dopo, in un locale tecnico dello stesso ospedale.
La Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per fare piena luce sul caso e ricostruire le ultime ore di vita del pensionato. Un mistero che solleva interrogativi inquietanti sulla gestione della sicurezza e dei controlli all’interno del nosocomio.
La scomparsa e la scoperta del corpo
Giovanni Cuvello era arrivato in ospedale la sera del 30 settembre, lamentando difficoltà respiratorie. Poco dopo l’accettazione, si sarebbe allontanato dal pronto soccorso senza che nessuno se ne accorgesse. Solo la mattina seguente i familiari, non vedendolo rientrare, hanno dato l’allarme e sporto denuncia di scomparsa.
Per dieci giorni, nessuna traccia. Fino al 10 ottobre 2025, quando il corpo dell’uomo è stato trovato all’interno di un locale tecnico dell’ospedale. Un luogo solitamente chiuso al pubblico, in cui – secondo i primi accertamenti – sarebbe morto circa dieci ore prima del ritrovamento.
“Dov’è stato per dieci giorni?”
Durante la trasmissione di Rai3, i parenti hanno espresso tutta la loro incredulità:
«Dov’è stato? Dove ha mangiato? Dove è andato in bagno? Non aveva soldi, respirava male. Com’è possibile che nessuno lo abbia visto?». A parlare è il cognato del 73enne, che non si dà pace.
«Avevamo messo volantini in ospedale, ma nessuno ci ha chiamato. Pensavamo fosse uscito, che si fosse allontanato da solo», ha raccontato. «Poi, pochi giorni fa, ci ha chiamato la Polizia: ci hanno detto che avevano trovato il corpo. Pensavo fosse all’esterno, invece era dentro l’ospedale».
Indagini e domande senza risposta
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Palermo, mira a chiarire come l’uomo abbia potuto scomparire in un’area controllata e perché non sia stato ritrovato prima. Le telecamere di videosorveglianza di Villa Sofia sono state sequestrate, così come parte della documentazione relativa agli accessi e ai turni del personale.
Il primo riscontro medico esclude che il decesso sia avvenuto per cause violente, ma restano da capire le circostanze in cui il 73enne ha trascorso i giorni della scomparsa.
I familiari chiedono verità e giustizia: «Vogliamo sapere cosa è successo. Giovanni era malato, non poteva sopravvivere da solo per tanto tempo. Qualcuno doveva accorgersi di lui».
Un caso che, oltre al dolore di una famiglia, riaccende il dibattito sulla gestione delle emergenze e della sicurezza negli ospedali pubblici, dove una distrazione o una mancanza di vigilanza possono trasformarsi in tragedia.