
“La Russia è già stata sconfitta molte volte nella storia. Può perdere anche oggi, in Ucraina”. A pronunciare parole così nette è Radek Sikorski, attuale vicepremier e ministro degli Esteri polacco, figura di primo piano della Coalizione Civica di governo, già alla guida della diplomazia di Varsavia dal 2007 al 2014 e ministro della Difesa tra il 2005 e il 2007.
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Lo incontriamo a Londra, nella cornice solenne del Parlamento di Westminster, in occasione di un evento straordinario: l’esposizione, all’interno delle State Rooms dell’appartamento dello Speaker della Camera dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle, della carcassa di un drone iraniano abbattuto nei cieli dell’Ucraina. Una mostra simbolica, organizzata dall’associazione United Against Nuclear Iran (Uani), guidata dal parlamentare conservatore ed ex ministro della Sicurezza nazionale britannico Tom Tugendhat, già militare e da anni attento osservatore delle minacce provenienti da Russia, Iran e Cina.
“Putin si fermerà solo se capisce di aver perso”
Radek Sikorski, intervistato da Repubblica – unica testata italiana presente all’evento – ha spiegato con estrema chiarezza la sua visione strategica. “Putin si fermerà solo quando capirà che invadere l’Ucraina è stato un errore e che non potrà mai vincere questa guerra”, ha affermato.
Per ottenere questo risultato, secondo il ministro polacco, l’unica strada è garantire il continuo sostegno militare ed economico all’Ucraina. In particolare, Sikorski ha sottolineato l’importanza del maxi prestito proposto dalla Commissione europea, finanziato attraverso le riparazioni da richiedere a Mosca e l’uso degli asset russi congelati.
L’Ucraina spende attualmente 37 miliardi l’anno per difendersi. “Se riuscisse a riceverne almeno 45-50 miliardi all’anno per i prossimi tre anni, sarebbe un incentivo determinante contro Putin”, ha spiegato Sikorski, sottolineando anche la necessità di nuove sanzioni contro Mosca.

“La Russia ha già perso tante guerre”
A chi sostiene che la Russia sia troppo grande per perdere, Sikorski risponde con un elenco storico tagliente: “Ha perso la guerra di Crimea nell’Ottocento, quella contro il Giappone nel 1905, ha abbandonato la Prima guerra mondiale, è fallita in Polonia nel 1920, ha perso in Afghanistan negli anni Ottanta e ha perso la Guerra Fredda”. Una lunga serie di fallimenti che, secondo il ministro polacco, dimostra che Putin non è invincibile.
Guerra ibrida, droni, sabotaggi: la minaccia è globale
Sikorski avverte però che la minaccia russa va ben oltre il campo di battaglia. La guerra ibrida è in corso da anni: “Attacchi cyber contro banche e ospedali, squadroni della morte attivi anche nel Regno Unito, ondate di migranti inviate deliberatamente contro i confini polacchi, navi spia che mappano infrastrutture strategiche in Europa. E ancora: droni russi che sforano nei cieli della Polonia e della Nato”.
Quando, poche settimane fa, decine di droni hanno violato lo spazio aereo polacco, l’allerta è durata quasi sette ore. “Siamo riusciti ad abbatterne molti, ma pensate agli ucraini, che devono fronteggiarne centinaia ogni giorno”, ha detto Sikorski.

“Mai rinunciare alla deterrenza: Putin deve sapere fin dove possiamo spingerci”
Il ministro polacco si è detto favorevole all’utilizzo dei missili americani Tomahawk da parte dell’Ucraina contro obiettivi in Russia. “Io sono dell’idea opposta rispetto a chi teme la vendetta di Putin. Dobbiamo rafforzare la nostra deterrenza. Solo se capisce fin dove possiamo arrivare, sarà più interessato alla pace”.
E sull’eventualità di nuove incursioni russe, il vicepremier è netto: “Non deleghiamo la nostra sovranità a nessuno. Se dovesse succedere di nuovo, risponderemo. Gradualmente, con avvertimenti. Ma se necessario, fino alla soluzione massima”.
La critica a Merkel: “Nessuno ha colpe tranne Putin”
Infine, una riflessione sulla posizione storica di Angela Merkel, che in passato aveva definito troppo oltranzista l’atteggiamento dei polacchi e dei baltici. “Credo che sia stata fraintesa”, risponde Sikorski. “Ma in ogni caso, nessuno di noi ha voluto la guerra. L’unico responsabile dell’invasione è Putin. Noi siamo democrazie pacifiche, abbiamo fatto di tutto per evitarla”.