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Femminicidio in Italia, Pamela trascinata in balcone e uccisa sotto gli occhi dei vicini: dramma a Milano

Pubblicato: 15/10/2025 12:44

Ha chiesto disperatamente aiuto alla polizia, capendo che in quella casa stava per succedere qualcosa di terribile. Ma proprio mentre gli agenti entravano dalla porta, è stata raggiunta da delle coltellate che purtroppo si sono rivelate fatali. Il fidanzato, dopo aver menato quei fendenti terribili, ha poi tentato di togliersi la vita. Una tragedia immensa che ha scosso l’Italia, l’ennesima dal copione drammaticamente simile, vittima ancora una volta una donna.

Pamela Gemini, ventinove anni, è stata uccisa da Gianluca Soncin, cinquantadue anni, l’uomo con cui era fidanzata da più o meno un anno e che voleva lasciare. Teatro del femminicidio, che si consuma quando mancano pochi minuti alle 22 di martedì sera, è stata la casa della vittima, un’abitazione al terzo piano di un palazzo di via privata Iglesias, in zona Gorla. A dare l’allarme sono stati i residenti dello stabile di fronte a quello della ventinovenne. Dal condominio un uomo, che poi dà l’allarme, hanno visto l’uomo accanirsi con un coltello sulla fidanzata che è sul terrazzo dell’appartamento. “La ammazza, la ammazza”, l’urlo del testimone mentre i poliziotti cercavano di forzare la porta della casa per entrare. “Loro urlavano fermo, fermo”, i terribili momenti rimasti impressi nella mente di due vicini.

È in quegli istanti che il presunto assassino, che ha un vecchio precedente per truffa, avrebbe finito Pamela, colpita con decine di fendenti. “Lei gridava aiuto dal terrazzo”, il racconto di chi ha sentito le urla. “Lei chiedeva aiuto, gridava fortissimo”, ricorda una signora che vive due piani sotto casa della vittima. E che martedì pomeriggio ha visto Pamela rientrare con il suo cagnolino. Il cinquantaduenne si è poi ferito con due coltellate alla gola: soccorso, è stato portato in ospedale, dove è stato interrogatorio a notte fonda dagli investigatori e dalla pm di turno, Alessia Menegazzo, che ne ha disposto l’arresto.

Soncin, nato a Biella e residente a Cervia, è accusato di omicidio pluriaggravato perché “al culmine di una serie di condotte persecutorie nei confronti di Genini, alla quale era legato da una relazione affettiva”, ha colpito la donna “ripetutamente con un coltello al collo, al dorso, al torace, agli arti superiori e alle mani, con 24 colpi”.

Gli agenti hanno invece ascoltato in strada l’ex fidanzato della ventinovenne. “So che lei voleva liberarsi di lui – le sue parole -. Lo voleva lasciare”. Poco prima del femminicidio, la donna gli aveva telefonato per chiedergli aiuto. Tanto che proprio l’ex ha subito allertato la polizia. Quando le volanti sono arrivate, lei ha risposto al citofono fingendo che fosse una consegna, ma poi non avrebbe fatto in tempo ad aprire agli agenti, che hanno dovuto sfondare il portoncino d’ingresso e la porta.

Secondo i primi accertamenti degli investigatori e degli inquirenti, pare che la donna avesse deciso di lasciare il fidanzato. Che già dall’inizio della relazione sarebbe stato violento, anche se pare non ci siano vecchie denunce. “Lui l’avevo visto qualche volta. Era di poche parole. Lei invece era molto carina e per bene. Abitava qua da un paio d’anni”, racconta una residente del palazzo. Che sei mesi fa aveva aperto la porta a Soncin pochi istanti prima che lui iniziasse a litigare con la vittima. “Gli ho aperto perché con me era stato ‘normale’. Poi poco dopo avevo sentito lei gridare e lui che pretendeva di entrare in casa. Era arrivata la polizia, credo che l’avesse chiamata lei”. Martedì sera il cinquantaduenne, che ha lasciato il suo suv Audi in strada, si sarebbe presentato in via Iglesias probabilmente per convincere la vittima a continuare la relazione. E proprio per questo i due avrebbero discusso. Fino al femminicidio.

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