
Non la vedevano da tempo, e nessuno riusciva più a contattarla. Così è finita tragicamente la storia di Silvana Buccolieri, 82 anni, trovata morta nel suo appartamento di piazza Galilei a Vercelli. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione, segno che il decesso risale a diversi mesi fa.
A fare la drammatica scoperta sono stati i soccorritori allertati da alcuni residenti dello stabile, insospettiti dal silenzio prolungato e dall’assenza di movimento nell’abitazione dell’anziana. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, l’appartamento è stato aperto e la scena che si è presentata ha confermato i peggiori timori.
Dai primi rilievi, non sono emersi segni evidenti di violenza. Tuttavia, il corpo era in uno stato tale da rendere necessario l’intervento del medico legale per determinare con precisione le cause del decesso e l’epoca della morte. La salma è stata trasferita nelle camere mortuarie dell’ospedale Sant’Andrea, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Silvana Buccolieri viveva da sola, senza figli né un marito. La sua condizione di isolamento ha probabilmente contribuito al fatto che nessuno si sia accorto per tempo della sua scomparsa. Al momento, le autorità non sono ancora riuscite a rintracciare parenti prossimi o conoscenti stretti.
L’inchiesta avviata dalle forze dell’ordine si concentra su due fronti: ricostruire gli ultimi contatti avuti dall’anziana e stabilire se ci siano state negligenze o omissioni da parte di eventuali servizi di assistenza, se previsti. Gli inquirenti stanno ascoltando anche i vicini di casa, per ricostruire un quadro più preciso.
La morte di Silvana riapre il tema della solitudine degli anziani, in particolare di chi vive senza rete familiare o relazioni stabili. Non è il primo caso in Italia in cui una persona anziana viene trovata priva di vita in casa, a distanza di molto tempo dal decesso. Episodi simili continuano a verificarsi, spesso nell’indifferenza generale.
Dai primi accertamenti, la donna non risultava seguita dai servizi sociali del Comune di Vercelli, né segnalata come persona in stato di fragilità. Viveva in modo riservato e non aveva contatti frequenti con i vicini, anche se alcuni avevano notato da mesi che non la si vedeva più uscire di casa.
Ora la procura valuterà se disporre ulteriori esami autoptici o se procedere con il nulla osta per la sepoltura. Resta anche da chiarire chi potrà occuparsi dei funerali e della gestione dell’appartamento, vista l’attuale assenza di eredi noti.
Nel frattempo, in città cresce il senso di smarrimento e dispiacere per la fine solitaria di una donna che, pur nel silenzio, aveva condiviso per anni lo stesso quartiere. Un epilogo che solleva interrogativi sulla capacità della comunità di accorgersi di chi scompare in silenzio, senza che nessuno se ne accorga.