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“Danni gravissimi dopo il vaccino”. Sentenza storica, la decisione che cambia tutto è appena arrivata

Pubblicato: 16/10/2025 09:51
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Il Tribunale di Asti ha emesso una sentenza di primo grado destinata a far discutere: il giudice ha riconosciuto a una donna di 52 anni, residente nel capoluogo piemontese, il diritto a ricevere un indennizzo statale per i gravi danni neurologici che avrebbe riportato in seguito alla somministrazione del vaccino anti Covid Comirnaty, prodotto da Pfizer-BioNTech. La decisione, datata 26 settembre, è stata resa nota dal team legale della donna composto dagli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone, Chiara Ghibaudo e Stefania Gianfreda.
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Secondo quanto riportato dai legali, il Ministero della Salute, che in precedenza aveva respinto la richiesta di indennizzo in sede amministrativa, è stato ora condannato a riconoscere il legame causale tra la vaccinazione e la patologia insorta. Alla donna, titolare di una tabaccheria, sarà corrisposta una indennità mensile di circa 3.000 euro, erogata in forma bimestrale.

La diagnosi: “sospetta mielite infiammatoria trasversa”

I primi sintomi della patologia si sono manifestati nell’aprile 2021, pochi mesi dopo la somministrazione delle due dosi di vaccino anti Covid. La situazione è progressivamente peggiorata, fino al ricovero presso l’ospedale di Orbassano (Torino) il 10 febbraio 2022, dove i medici hanno formulato una diagnosi di “sospetta mielite infiammatoria trasversa”.

Nel referto di dimissione, datato 17 febbraio, i sanitari avevano già sottolineato che “non è escludibile un ruolo scatenante del vaccino”, lasciando intendere una possibile correlazione tra il farmaco e l’insorgenza della malattia. La donna, oggi in condizioni fortemente invalidanti al punto da non poter camminare, ha quindi avanzato richiesta di indennizzo sulla base della legge n. 210 del 1992, che prevede un sostegno economico per i soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie.

I consulenti del tribunale: “nesso causale molto forte”

Il Ministero della Salute e l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) avevano inizialmente respinto l’istanza, ma la perizia tecnica disposta dal giudice civile ha ribaltato l’orientamento. I consulenti tecnici di ufficio, i dottori Agostino Maiello e Stefano Zacà, hanno elaborato un parere che riconosce un “nesso di causa molto forte” tra la vaccinazione e il grave danno neurologico riportato dalla donna.

Una delle argomentazioni centrali nella motivazione della sentenza è proprio la brevissima distanza temporale tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza dei sintomi. Ma anche altri elementi hanno avuto un peso rilevante: in particolare, il riferimento a un database dell’Aifa che, secondo quanto riportato dai legali, ha registrato 593 casi di mielite trasversa dopo vaccinazione anti Covid fino al 2022, 280 dei quali associati a vaccini a mRna come Comirnaty.

Indennizzo non equivale a risarcimento

È fondamentale distinguere tra indennizzo e risarcimento. Il primo consiste in una somma riconosciuta dallo Stato a fronte di un danno non causato da un illecito, dunque senza implicare colpa o responsabilità civile. Il risarcimento, invece, presuppone un comportamento dannoso riconducibile a una responsabilità diretta, e richiede l’accertamento di una colpa o negligenza.

In questo caso, la sentenza del Tribunale di Asti riconosce alla donna un diritto all’indennizzo secondo la legge 210/1992, senza entrare nel merito di una responsabilità civile diretta da parte del Ministero o dei produttori del vaccino.

Cos’è la mielite infiammatoria trasversa

La mielite infiammatoria trasversa è una patologia rara di natura immuno-mediata, che colpisce il midollo spinale. Il processo infiammatorio può causare una interruzione della comunicazione nervosa tra cervello e tessuti, portando a sintomi debilitanti come dolore, perdita di sensibilità, problemi motori, ma anche disturbi della vescica e intestinali.

Le cause non sono sempre note, ma tra quelle accertate ci sono malattie autoimmuni, infezioni virali e, in alcuni casi, reazioni avverse a farmaci o vaccini. Secondo quanto indicato in una revisione pubblicata su Science Direct nel luglio 2022, la mielite trasversa è stata segnalata come raro evento avverso associato ai vaccini anti Covid, con un numero di casi in linea con quanto riportato dalla banca dati Aifa citata nella sentenza.

Una sentenza non definitiva ma significativa

Va precisato che si tratta di una sentenza di primo grado, quindi non ancora definitiva. Le parti coinvolte possono presentare ricorso. Tuttavia, il pronunciamento del Tribunale di Asti segna un precedente importante nel panorama giudiziario italiano in materia di indennizzi post-vaccinali legati alla campagna anti Covid-19.

La decisione contribuisce ad alimentare il dibattito sul rapporto rischio-beneficio delle vaccinazioni, pur senza mettere in discussione l’utilità sanitaria dei vaccini nella gestione della pandemia. Al contrario, evidenzia la necessità di garantire tutela e riconoscimento a chi, pur nel rispetto delle indicazioni sanitarie, si trova ad affrontare effetti avversi gravi e duraturi.

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