
L’ex moglie di Gianluca Soncin, l’uomo fermato per l’uccisione di Pamela Genini, 29 anni, a Milano, ha rilasciato una dichiarazione all’ANSA, pur volendo mantenere l’anonimato. Ha sottolineato che lei e i suoi familiari non hanno più alcun legame con il 52enne, accusato di aver pugnalato a morte la ragazza con 24 fendenti.
Le parole dell’ex moglie
“Dopo essermi confrontata con la mia famiglia, non avendo alcun tipo di rapporto con lui, non abbiamo nulla da aggiungere,” ha affermato la donna. “Posso solo dire che siamo profondamente addolorati e sconvolti per quanto successo, ed esprimiamo la nostra più sentita solidarietà alla famiglia di Pamela.”
Ha poi concluso: “Non abbiamo altre informazioni da fornire su questa vicenda, anche perché desideriamo rispettare al massimo il ricordo della giovane vita spezzata.”
Confermato il fermo di Soncin
Intanto, Soncin rimane detenuto: il GIP di Milano, Tommaso Perna, ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta delle PM Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, che hanno coordinato le indagini della Polizia. Il giudice ha confermato tutte le circostanze aggravanti contestate all’uomo: premeditazione, stalking, futili motivi, crudeltà e la precedente relazione sentimentale. La decisione è stata presa anche perché c’era il rischio che potesse uccidere anche l’ex di Pamela.
Gli ultimi messaggi scambiati da Pamela con l’ex che ha cercato di salvarla
Erano le 21:34 di mercoledì 14 ottobre quando Pamela Genini, 29 anni, ha inviato il suo ultimo messaggio di aiuto. Dall’altra parte del telefono, l’ex fidanzato cercava di calmarla, mentre lei – terrorizzata – gli scriveva di chiamare la polizia. «Ha fatto il doppione delle chiavi mie e ora è in casa, non so che fare, chiama la polizia per favore», aveva scritto la giovane imprenditrice e modella.
Pochi minuti dopo, in quell’appartamento di via Iglesias, zona Gorla, a Milano, Gianluca Soncin, 52 anni, la stava aggredendo. Le ha inferto 24 coltellate. Quando gli agenti sono arrivati, Pamela era già in fin di vita.
La telefonata interrotta e la corsa inutile
Quella sera, la 29enne stava parlando al telefono con l’ex compagno, un imprenditore bergamasco, confidandogli il desiderio di lasciare Soncin per sempre e di scappare lontano. Poi, all’improvviso, la linea si è interrotta. «Ho sentito gridare aiuto prima che saltasse la comunicazione», ha raccontato l’uomo, che pochi istanti dopo ha ricevuto il messaggio disperato di Pamela.

«Digli per favore di non suonare a me, che entrino e basta», gli aveva scritto, temendo che il 52enne potesse reagire con violenza se avesse capito che era in arrivo la polizia.
L’ex fidanzato ha chiamato subito il 112, fornendo l’indirizzo, e poi si è messo in macchina per raggiungerla. «Ti stanno chiamando», le ha scritto alle 21:43. La risposta di Pamela è stata agghiacciante: «Non posso rispondere, ho paura. Ti rendi conto cosa ha fatto? Questo è matto completamente. Non so che fare».

Alle 21:52, gli ultimi due messaggi: «Teso, che faccio?». Poi più nulla.
La tragedia in pochi minuti
Gli agenti della polizia sono arrivati sotto casa alle 22:04. «Apri sotto che la polizia è giù», le ha scritto ancora l’ex fidanzato. Pamela, fingendo che fossero i rider con la cena, ha aperto il cancello per permettere loro di entrare senza allarmare Soncin. Ma l’uomo ha capito tutto. In quei pochi secondi, ha afferrato un coltello da cucina e si è accanito sulla giovane donna, colpendola ripetutamente.
Quando i poliziotti hanno sfondato la porta, Pamela era distesa a terra, agonizzante. Soncin, ferito al collo nel tentativo di suicidarsi, è stato soccorso e arrestato con l’accusa di omicidio pluriaggravato.
L’ex fidanzato è arrivato in via Iglesias poco dopo, quando tutto era già finito. «Sto arrivando», era stato il suo ultimo messaggio. Pamela non lo ha mai letto.
Un femminicidio annunciato, consumato in meno di mezz’ora, tra la paura di una giovane donna che aveva trovato la forza di chiedere aiuto e la violenza di un uomo incapace di accettare la fine di una relazione.