
Il processo a Gianluca Molinaro, accusato dell’omicidio aggravato dell’ex compagna e madre di suo figlio, Manuela Petrangeli, prosegue con l’audizione in aula di messaggi audio dall’inquietante contenuto. La cinquantunenne, fisioterapista, fu uccisa con un fucile a canne mozze nel luglio del 2024 a Casetta Mattei, alla periferia di Roma. Le parole registrate, inviate da Molinaro a Petrangeli tra il 2021 e il 2024, rivelano una escalation di minacce e una psicologia violenta e ossessiva. Una quarantina di queste note audio sono state ascoltate giovedì, 16 ottobre, davanti alla prima corte di Assise nel processo che vede l’uomo imputato per omicidio aggravato dalla premeditazione, stalking, detenzione abusiva di armi e ricettazione.
Le frasi di minaccia e l’ossessione
Il tenore delle frasi pronunciate da Gianluca Molinaro è estremamente grave, rivelando una mente che covava l’idea di una “rivincita” e che si paragonava a figure inquietanti. “Mi prendo la mia rivincita… Sono tipo Hannibal Lecter”, è solo uno dei messaggi audio inviati alla sua ex compagna. Altre registrazioni, ascoltate in aula, mostrano un tentativo di denigrazione e di colpevolizzazione della vittima. Molinaro definiva la donna con appellativi offensivi, quasi a voler giustificare la propria rabbia. “Ma tu sei proprio una matta proprio, tu… Tu sei una matta psicopatica, Manuela, sei psicopatica, fai ribrezzo proprio perché una persona come te fa solo che schifo, schifo proprio perché ho detto la vita mia è l’inferno”, dice Molinaro in un audio. L’uomo si descriveva come una presenza pericolosa e in attesa di esplodere: “Io sono una bomba a orologeria…”. La sua gelosia e la sua ossessione per la vita privata di Manuela erano evidenti. “Io ancora ho la tua immagine che flirti con quello, capito? Tu dici poi tu sei libera di fare quello che ti pare, ma non lo fare davanti a me, e non venirmi a dire che tu ci stavi parlando normalmente come uno parla con una persona, come parlo con Simona, no, lì c’era proprio il marcio, capito?”, prosegue l’imputato in un altro messaggio, manifestando una visione distorta della libertà personale della donna.
La vittima, Manuela Petrangeli
Manuela Petrangeli aveva 51 anni e conduceva una vita dedicata al lavoro e al figlio di nove anni, nato dalla relazione con Molinaro. Lavorava come fisioterapista presso la casa di cura Villa Sandra, in via degli Orseolo, la strada stessa dove è avvenuto l’omicidio. Le testimonianze delle colleghe hanno dipinto il ritratto di una donna che, nonostante la separazione avvenuta da quasi tre anni, viveva un periodo di ritrovata serenità. Manuela risiedeva con il figlio nel quartiere Torresina. Le colleghe, sentite dopo la tragedia, hanno raccontato di un equilibrio apparentemente stabile: “Non ci aveva mai parlato di problemi, né di litigi. Nessuna di noi avrebbe mai potuto immaginare una tragedia del genere”. La donna aveva da poco raggiunto anche una maggiore stabilità professionale: “Le avevano appena fatto il contratto. Stamattina abbiamo preso il caffè insieme, era felice e tranquilla”, aveva riferito una collega. Poco prima di essere raggiunta dalla violenza omicida, Manuela era al telefono con il figlio, a cui aveva detto: “Amore, adesso mamma viene a prenderti”. Finora, non sono emerse denunce precedenti da parte della vittima per violenze o minacce subite.
La dinamica dell’omicidio
La violenza si è scatenata poco prima delle 14 di quel fatale giorno di luglio. L’ex compagno, Gianluca Molinaro, è arrivato sul luogo dell’aggressione a bordo di una Smart. La dinamica ricostruita mostra un attacco brutale e determinato. L’uomo ha sparato un primo colpo, ferendo Manuela a un braccio. La donna ha tentato disperatamente di sfuggire all’aggressore, cercando riparo dietro un’auto parcheggiata. Molinaro, tuttavia, non si è fermato e ha fatto fuoco una seconda volta, colpendola in pieno petto. Nonostante i tentativi di soccorso immediato, le ferite si sono rivelate fatali, e per Manuela Petrangeli non c’è stato nulla da fare. La sua morte ha spezzato l’esistenza di una madre e lavoratrice nel momento in cui aveva finalmente trovato un po’ di pace e stabilità.