
Il taglio dell’Irpef per il ceto medio sarà uno dei capitoli centrali della Legge di Bilancio 2026. La misura, attesa da tempo, sarà discussa con l’approdo della Manovra al Consiglio dei Ministri del 17 ottobre, primo passaggio ufficiale dell’iter parlamentare. L’intervento punta a ridurre la pressione fiscale sui redditi tra 28.000 e 50.000 euro, con la possibilità di introdurre un tetto massimo per limitare il beneficio sui redditi molto elevati.
Come sono oggi le aliquote Irpef
Il sistema attuale prevede tre scaglioni:
- Fino a 28.000 euro: aliquota al 23%
- Da 28.000 a 50.000 euro: aliquota al 35%
- Oltre 50.000 euro: aliquota al 43%
L’obiettivo dichiarato è ridurre l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, alleggerendo la pressione fiscale sul cosiddetto ceto medio. Si valuta anche l’ipotesi di estendere la fascia agevolata fino a 60.000 euro, ma questa strada sembra più difficile da finanziare.
Quanto si risparmia davvero
Il beneficio fiscale varia significativamente in base al reddito imponibile:
- Con 30.000 euro di reddito annuo, si otterrebbero circa 40 euro di risparmio
- Con 50.000 euro o più, il vantaggio massimo si attesterebbe intorno a 440 euro l’anno
Un’eventuale estensione della fascia fino a 60.000 euro porterebbe il costo complessivo della misura a 4 miliardi di euro, rendendo l’ipotesi più complessa sul piano delle coperture.
Il possibile tetto per i redditi più alti
Una delle novità emerse riguarda l’introduzione di una soglia di sterilizzazione del beneficio. Il Governo starebbe valutando di fissare il limite a 200.000 euro, consentendo quindi anche ai redditi superiori ai 50.000 euro di ottenere un taglio parziale, fino a quel tetto. Solo oltre tale soglia il vantaggio verrebbe azzerato.
Un passo verso l’aliquota unica
Questo intervento si inserisce nel percorso di semplificazione del sistema fiscale, che punta alla flat tax di equilibrio, cioè a una aliquota unica con progressività garantita da detrazioni. La delega fiscale, prorogata di 12 mesi, lascia al Governo il tempo necessario per procedere con i decreti attuativi.
Perché la misura arriva nel 2026
La riduzione dell’aliquota al 35% era stata ipotizzata per il 2025, ma è stata rinviata a causa del mancato gettito del concordato preventivo biennale e dell’esigenza di consolidare i conti pubblici. Il viceministro Maurizio Leo ha però confermato più volte l’intenzione di intervenire sulla seconda fascia Irpef, considerandola una priorità.
Chi guadagna e chi resta fuori
Ecco lo scenario atteso con il nuovo taglio Irpef:
Fascia di reddito | Situazione attuale | Cosa cambia | Beneficio previsto |
---|---|---|---|
Sotto 28.000 € | Aliquota al 23% | Nessuna variazione | Nessun beneficio |
28.000 – 50.000 € | Aliquota al 35% | Riduzione al 33% | 40-440 € l’anno |
50.000 – 200.000 € | Aliquota al 43% con possibile tetto | Beneficio parziale a scalare | Da definire |
Oltre 200.000 € | Aliquota al 43% | Sterilizzazione totale | Esclusi |