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Terre rare, così la Cina può mettere al muro l’industria militare Usa

Pubblicato: 16/10/2025 09:24

La Cina ha annunciato restrizioni all’esportazione di terre rare destinate all’uso militare da parte di Paesi stranieri, una mossa che potrebbe avere conseguenze significative per l’industria della difesa statunitense. Secondo il Ministero del Commercio cinese, dal 9 ottobre non verranno più concesse licenze per materiali diretti a eserciti stranieri o a società che producono tecnologie con finalità belliche.

Per Gracelin Baskaran, analista del Center for Strategic and International Studies, si tratta della prima restrizione mirata al comparto difesa. Una scelta definita “una tattica negoziale molto potente” che rischia di mettere in discussione la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Terre rare, un punto debole strategico per Washington

I magneti a base di terre rare sono componenti essenziali in sistemi d’arma come gli F-35, i sottomarini di classe Virginia e Columbia, i droni Predator, i missili Tomahawk e i radar di nuova generazione. La dipendenza degli Stati Uniti dalla Cina è netta: circa il 70% delle importazioni arriva da Pechino, che controlla oltre il 90% della raffinazione mondiale, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia.

Un monopolio che sta alimentando crescenti preoccupazioni politiche. Jeremy Siegel, professore emerito alla Wharton School, ha definito “scandaloso” che Washington non disponga di una riserva strategica.

Licenze obbligatorie anche per tracce minime di terre rare

Le nuove regole non si limitano al settore militare. La Cina imporrà una licenza di esportazione anche per i prodotti civili che contengono solo lo 0,1% di terre rare lavorate sul territorio cinese o che utilizzano tecnologie cinesi nei processi di estrazione, fusione, separazione o riciclo.

Secondo Tobin Marcus di Wolfe Research, un’applicazione rigida di queste restrizioni avrebbe effetti “enormemente destabilizzanti” sull’intera catena tecnologica globale, toccando semiconduttori, automotive ed elettronica avanzata.

Tra le aziende più esposte figurano i grandi contractor della difesa USA, ma anche Apple, Nvidia, Intel, Tesla, Ford e GM, come evidenziato da Alicia Garcia Herrero di Natixis.

Principali produttori di terre rare – Fonte: Limes

La risposta degli Stati Uniti: costruire una filiera interna

L’amministrazione americana ha avviato una strategia di autonomia industriale, con un accordo straordinario tra il Dipartimento della Difesa e MP Materials, la principale società mineraria di terre rare degli Stati Uniti. L’intesa prevede partecipazione azionaria pubblica, prezzi garantiti e accordi di fornitura diretta, con l’obiettivo di accelerare la produzione interna.

I mercati hanno reagito rapidamente: le azioni delle società americane attive nelle terre rare sono salite in previsione di un possibile sostegno governativo.

Dazi al 100% e rischio escalation commerciale

Le restrizioni cinesi arrivano in un momento di tregua apparente nella guerra commerciale tra Washington e Pechino. Ma la tensione potrebbe riaccendersi rapidamente. Donald Trump ha annunciato dazi del 100% sui prodotti cinesi a partire dal 1° novembre, oltre ai già attivi dazi al 44% sull’import.

Secondo gli analisti, una simile mossa potrebbe riportare le due potenze a una situazione di quasi embargo commerciale, con forti ripercussioni sui mercati globali. Solo nelle ultime ore, la minaccia di nuove tariffe ha bruciato 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione sulle borse statunitensi, prima di un parziale recupero.

Trump e Xi Jimping nel 2017

Attesa per l’incontro Xi-Trump a Seul

Un possibile punto di svolta diplomatico potrebbe arrivare il prossimo 31 ottobre, durante il vertice APEC a Seul, dove è previsto un nuovo incontro tra Trump e Xi Jinping. Secondo Goldman Sachs, lo scenario più probabile è un congelamento reciproco delle misure più aggressive, con un’estensione della pausa tariffaria.

Tuttavia, la strategia di Pechino resta incerta, e la scadenza delle tariffe incombe. Per Wolfe Research, il rischio è che l’intesa arrivi troppo tardi, facendo comunque scattare — anche solo temporaneamente — i nuovi dazi.

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Ultimo Aggiornamento: 16/10/2025 09:29

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