
La scorsa notte la Russia ha dichiarato di aver condotto un massiccio attacco contro le infrastrutture energetiche del gas in Ucraina, definite come “essenziali per il funzionamento del complesso militare-industriale ucraino”. L’operazione, annunciata ufficialmente dal ministero della Difesa russo, si inserisce in una strategia dichiarata di ritorsione, presentata come una risposta agli “attacchi terroristici dell’Ucraina contro obiettivi civili sul territorio della Federazione Russa”.
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Secondo Mosca, tra i sistemi d’arma impiegati figurano anche i missili ipersonici Kinzhal, uno degli armamenti più avanzati e veloci dell’arsenale russo, già utilizzati in altre fasi del conflitto in corso.
Missili Kinzhal e centinaia di droni
L’attacco è stato descritto come uno dei più intensi degli ultimi mesi. Il ministero della Difesa russo ha sottolineato l’uso di armamenti di precisione, specificando che “gli obiettivi energetici sono stati colpiti per ridurre le capacità operative e logistiche delle forze armate ucraine”.
La risposta da parte dell’Ucraina è arrivata attraverso le parole del presidente Volodymyr Zelensky, il quale ha confermato che durante i raid le forze russe hanno lanciato 37 missili e utilizzato oltre 300 droni. Nessuna delle due parti ha finora fornito un bilancio dettagliato dei danni o delle vittime.
Secondo quanto dichiarato da Zelensky, l’attacco rientra in una strategia mirata a mettere sotto pressione la popolazione e le infrastrutture civili in vista dell’inverno, quando la rete energetica ucraina diventa un bersaglio particolarmente vulnerabile.

Obiettivi strategici nel mirino
L’attacco notturno si è concentrato sulle infrastrutture legate alla distribuzione e lavorazione del gas, settori che Mosca considera “direttamente connessi alla capacità bellica dell’Ucraina”. L’azione, secondo quanto affermato da fonti militari russe, aveva lo scopo di “degradare i meccanismi di supporto logistico e tecnico delle forze ucraine impegnate al fronte”.
Si tratta di una dinamica già osservata in precedenti fasi del conflitto, in cui strutture energetiche e impianti industriali sono diventati bersagli privilegiati per colpire indirettamente la capacità di resistenza del paese aggredito.
Zelensky: attacco brutale e sistematico
Nel suo intervento, il presidente Zelensky ha definito l’attacco come un altro esempio della “brutalità sistematica” della strategia militare russa, volta a colpire infrastrutture critiche e a minare la tenuta del fronte interno. «Il nostro sistema di difesa ha reagito — ha dichiarato Zelensky — ma l’intensità dell’attacco con missili e droni ha rappresentato una sfida enorme per le nostre difese aeree».
Zelensky ha inoltre ribadito l’appello alla comunità internazionale per un rafforzamento delle forniture militari, in particolare nel settore della difesa antiaerea, considerato strategico per proteggere città, impianti e strutture civili.
Tensione crescente tra Mosca e Kiev
L’episodio rappresenta un ulteriore salto di tensione nel conflitto tra Russia e Ucraina, con un’escalation che si concentra ormai apertamente sulle infrastrutture energetiche, in una fase in cui l’approssimarsi dell’inverno rende tali impianti ancora più cruciali per la popolazione.
La narrazione proposta da Mosca, che giustifica l’attacco come reazione a “azioni terroristiche ucraine”, segnala anche un tentativo di controbilanciare sul piano dell’immagine internazionale le numerose denunce relative agli attacchi russi su aree civili in Ucraina.
In assenza di verifiche indipendenti, al momento rimangono le versioni contrapposte fornite dai due governi. Ma l’uso massiccio di missili Kinzhal e centinaia di droni conferma un’intensificazione sul piano militare che rischia di aggravare ulteriormente la già critica situazione sul campo.