
Un’auto rubata è stata ritrovata nelle prime ore del mattino in una via adiacente all’abitazione di Sigfrido Ranucci, noto giornalista Rai e conduttore della trasmissione Report. Il ritrovamento è avvenuto a Pomezia, dove poche ore prima era avvenuto un attentato con ordigni esplosivi. Sul posto sono immediatamente intervenuti gli artificieri dei carabinieri, che stanno effettuando tutti gli accertamenti tecnici sul veicolo.
Il mezzo, una Fiat 500, era stato rubato a Ostia e il furto era stato denunciato alla fine dello scorso luglio. L’auto era stata parcheggiata proprio nella via accanto all’abitazione di Ranucci, in zona Campo Ascolano, da dove si è udito chiaramente lo scoppio degli ordigni che hanno generato l’esplosione notturna.

Secondo le prime ipotesi investigative, l’esplosione sarebbe stata innescata da una miccia, azionata da un soggetto incappucciato poi visto fuggire a piedi subito dopo il gesto. Le forze dell’ordine stanno analizzando anche i filmati di eventuali telecamere presenti nella zona, anche se proprio l’assenza di un impianto di videosorveglianza è da tempo oggetto di richieste da parte del comitato cittadino di Campo Ascolano.
«È da anni che chiediamo al Comune di installare telecamere di sicurezza in questa zona. Non siamo stati ascoltati», ha dichiarato Paolo Fiorentini, presidente del comitato, che ha anche annunciato per domani alle ore 11 una manifestazione di solidarietà davanti alla casa del giornalista. Le indagini sull’attentato a Ranucci sono state affidate alla Direzione distrettuale antimafia.

A raccontare i dettagli dell’accaduto è stato anche Giorgio Mottola, giornalista e inviato di Report, intervistato da “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1. «L’ho saputo direttamente da lui. Mi ha chiamato per rassicurarmi», ha detto Mottola, rivelando che la figlia di Ranucci aveva parcheggiato l’auto mezz’ora prima dell’esplosione, e che il giornalista era rientrato da appena dieci minuti dopo una lunga assenza.
«La cosa più inquietante è che non tornava a casa da dieci giorni. È probabile che qualcuno lo stesse monitorando da tempo», ha proseguito Mottola. «Sigfrido è profondamente spaventato, soprattutto per la sua famiglia. E anche noi colleghi siamo preoccupati, perché non conosciamo ancora la matrice del gesto e temiamo possa essere un avvertimento per qualcosa di più grande».

Nel frattempo, sono stati numerosi i messaggi di solidarietà arrivati al giornalista da istituzioni, politica e mondo dell’informazione. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha parlato di un atto di “estrema gravità, un attacco alla libertà di stampa e ai valori democratici”. Parole condivise anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha espresso “piena solidarietà a nome di tutta la città”.
Oggi pomeriggio, a Roma, i sindacati dei giornalisti – Fnsi, Usigrai e Stampa Romana – hanno organizzato un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada per manifestare vicinanza a Ranucci. «Non possiamo accettare intimidazioni contro chi fa informazione con coraggio», hanno dichiarato i rappresentanti sindacali, sottolineando la necessità di proteggere la libertà e la sicurezza dei giornalisti italiani.
Le indagini proseguono in massimo riserbo, mentre la tensione resta alta. La presenza dell’auto rubata davanti alla casa del conduttore di Report e le modalità dell’esplosione alimentano il timore di un gesto premeditato e potenzialmente intimidatorio. Tutti gli elementi raccolti verranno ora analizzati dagli inquirenti per risalire ai responsabili e chiarire la portata dell’attacco.