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Gaza, Italia in azione: squadre di artificieri e militari per riportare sicurezza e ordine

Pubblicato: 17/10/2025 11:48

La ricostruzione di Gaza nel primo dopoguerra rappresenta una sfida complessa e di vitale importanza, per la quale l’Italia si sta proponendo come un attore chiave, mettendo a disposizione alcune delle sue eccellenze militari e di sicurezza. Le proposte italiane, sebbene al momento siano solo ipotesi in attesa degli esiti dei colloqui internazionali e di eventuali risoluzioni delle Nazioni Unite, mirano a contribuire in modo significativo al ripristino dell’ordine, alla sicurezza e alla bonifica del territorio.

Le forze in campo sarebbero principalmente gli istruttori dei Carabinieri, gli uomini dell’Arma alla frontiera e il genio militare dell’Esercito italiano, ciascuno con un ruolo specifico e determinante.

Il contributo del genio militare: bonifica e ricostruzione

Il genio militare dell’Esercito italiano è stato individuato come una risorsa fondamentale per affrontare due delle problematiche più urgenti a Gaza: la bonifica degli ordigni inesplosi e la rimozione delle macerie per la successiva ricostruzione. L’Italia vanta un centro di eccellenza nazionale a Roma preposto alla formazione di tutti gli operatori che si occupano di bonifica, un’esperienza consolidata in decenni di missioni internazionali. Il genio militare ha già dimostrato la sua efficacia in territori di crisi come il Kosovo e l’Afghanistan, operando per disinnescare mine e condurre attività di risanamento in vaste aree post belliche.

A Gaza, l’intervento si concentrerebbe sulla messa in sicurezza dei luoghi devastati da proiettili inesplosi di artiglieria, missili, razzi e bombe sganciate dagli aerei. Le squadre di sminatori, composte tipicamente da tre o quattro artificieri equipaggiati con tute antiesplosione e visiere antiframmentazione, si occupano di due specifiche tipologie di bonifica. La prima è la bonifica ordinaria, relativa agli ordigni convenzionali come bombe d’aerei e missili. La seconda riguarda gli ‘improvised explosive device’ (IED), ovvero ordigni improvvisati posizionati con modalità da guerriglia e destinati a colpire militari e civili. Per queste delicate operazioni si impiegano tecnologie avanzate come robot radiocomandati, sonde, metal detector o l’ausilio di cani specializzati nel fiutare esplosivi.

Oltre alla bonifica, il genio militare potrebbe essere impegnato direttamente nella ricostruzione. Gli uomini del genio, infatti, possiedono le capacità specialistiche per muoversi attraverso le macerie, rimuoverle e rendere nuovamente accessibili i territori. Questo impegno si avvarrebbe delle varie specialità dell’Arma del genio, inclusi i pontieri, i guastatori, i ferrovieri e i pionieri, essenziali per ripristinare le infrastrutture vitali.

L’impegno dei Carabinieri: sicurezza e addestramento

L’impegno italiano a Gaza non si limiterà agli specialisti dell’Esercito, ma vedrà un ruolo cruciale per l’Arma dei Carabinieri, sia nell’immediato controllo delle frontiere sia, in prospettiva, nell’addestramento delle forze locali.

Una priorità immediata è la ripresa della missione Eubam (Missione dell’Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere) non appena sarà riaperto il valico di Rafah. Questa missione è cruciale per la gestione integrata delle frontiere e per il transito sicuro di passeggeri e, in particolare, di pazienti e loro accompagnatori, come avvenuto tra febbraio e marzo prima della sospensione delle operazioni. Nonostante la chiusura del valico, le squadre specializzate sono rimaste schierate sul territorio, con base ad Ashkelon. Attualmente, il nucleo della missione è composto da una ventina di uomini, inclusi militari specializzati dei Carabinieri (otto al momento), della gendarmeria francese e della guardia civil spagnola, che insieme costituiscono una forza di gendarmeria europea.

In prospettiva, l’ipotesi sul tavolo internazionale riguarda l’invio di un contingente più ampio, potenzialmente di circa duecento carabinieri, nella Striscia di Gaza. L’obiettivo principale di questo schieramento sarebbe l’addestramento delle forze locali palestinesi, replicando un modello di successo già in atto in aree come Gerico. Questo tipo di missione è fondamentale per costruire le capacità di sicurezza interna e di polizia da parte delle autorità palestinesi stesse, elemento indispensabile per la stabilità a lungo termine della regione. L’esperienza e l’autorevolezza dei Carabinieri in contesti internazionali di crisi li rendono un partner privilegiato in questo tipo di operazioni di capacity building e law enforcement.

L’insieme di queste proposte italiane, che combinano l’eccellenza operativa del genio militare con la capacità di formazione e gestione della sicurezza dei Carabinieri, evidenzia la volontà dell’Italia di offrire un contributo concreto e specialistico alla stabilizzazione e alla rinascita della Striscia di Gaza, un ruolo che attende le necessarie decisioni e risoluzioni internazionali per passare dalle ipotesi alla fase attuativa.

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Ultimo Aggiornamento: 17/10/2025 12:03

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